Tendenze. Aziende alla ricerca di figure ibride tra tecnologi e umanisti
Roberto Esposito, fondatore di Derev, alla ricerca di figure ibride
All’apice delle professioni più ricercate del 2021 si conferma quella di developer, ingegnere informatico specializzato nella progettazione, sviluppo e gestione non solo siti internet e app, ma anche codici per sistemi operativi e software di uso interno all’azienda, andando a supportare così il percorso di trasformazione digitale che tutte le imprese stanno affrontando. Seguono le figure del web marketing specialist, responsabile della pianificazione dei contenuti e della presenza on line delle aziende e, al terzo posto, l’Hr specialist, professionista nella ricerca, selezione e gestione del personale. Al quarto e quinto posto ci sono le figure professionali di qualità e controllo nella grande distribuzione e le professioni relative alla sicurezza digitale come Ai specialist, data protection officer. È quanto emerge dall’ultima analisi del Sistema Informativo Excelsior promosso da Union Camere e Anpal, che mette evidenza la centralità delle competenze digitali in un mercato del lavoro ulteriormente rivoluzionato dallo shock pandemico. Questo non significa tuttavia che le materie umanistiche siano destinate a diventare ancelle di quelle scientifiche. L’Osservatorio dell’Associazione nazionale delle Agenzie per il lavoro ha infatti di recente messo in evidenza come la maggior parte delle opportunità di lavoro richiedano come qualifica essenziale per assumere buone performance in materia di soft skill, vale a dire doti di flessibilità, capacità di lavorare in team, di problem solving, di gestione dello stress, spesso frutto di competenze trasversali.
Lo testimonia anche Derev, tra le società leader in Italia nel settore dei servizi e delle strategie digitali, crowdfunding e comunicazione sui social media, fondata e guidata da Roberto Esposito: «Ci capitano spesso figure molto specializzate nella gestione delle piattaforme, ma senza capacità di implementarle con contenuti adatti. Abbiamo una struttura agile, 15 collaboratori e cinque dipendenti, ma l’accelerazione verso la digitalizzazione avuta nei mesi scorsi ci porta a dover inquadrare nuove figure e, spesso, il problema è appunto quello di individuare profili ibridi, perché è vero che è necessaria una preparazione tecnica, ma senza la capacità di sviluppare contenuti diventa più difficile generare valore per i clienti».
Tra le attività di recruiting relative proprio alla capacità di utilizzare e analizzare i nuovi strumenti c’è anche la Pmi innovativa campana Linup, parte del Gruppo Mare. La società, con sede a Pomigliano d’Arco (Napoli), ha chiuso il 2020 avviando la ricerca di due data scientist e di due esperti di Ia e Deep Learning. Una selezione finalizzata ad ampliare l’organico, composto da 15 dipendenti tra diretti e indiretti (di cui 11 altamente qualificati). La società sviluppa e commercializza software e hardware a supporto dell’ingegneria industriale di prodotto e di processo nel settore dell’industria 4.0 e della realtà aumentata e virtuale. L’obiettivo è quello di declinare strumenti e servizi propri dell’Industria 4.0 sulle esigenze delle piccole e medie imprese, vero cuore del tessuto economico nazionale.