Carlos Tavares. "L'Alfa Romeo in Formula 1, questione di immagine e sostenibilità"
L'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares
"Il futuro della partnership tra Alfa Romeo e Sauber sarà comunicato nel mese di luglio”. A confermalo è stato l’amministratore delegato della casa italiana Jean Philippe Imparato, presente nel paddock del Gran Premio di Imola insieme al Ceo del gruppo Stellantis, Carlos Tavares. “Non sarà un processo complicato – ha spiegato Imparato – ci sono due aspetti che valuteremo: risultati e ritorno economico”. L’annuncio ufficiale arriverà tra due o tre mesi, ma la partnership è in realtà già avviata a proseguire, come conferma la crescita dell’interazione tra Alfa Romeo e Sauber e i riscontri positivi che sono arrivati su entrambi i fronti citati da Imparato.
Una conferma indiretta è arrivata anche dalle parole di Tavares, che ha spiegato la visione della collaborazione che ha riportato il nome Alfa Romeo in Formula 1, respingendo l’accusa di non essere realmente presenti nel Circus con un proprio programma ma solo come sponsor di un team: "Quando sono stato nominato a capo di Stellantis, Alfa Romeo era già presente in F.1. Ho visto che ci sono possibilità di crescita della collaborazione con due dinamiche positive. La prima riguarda i risultati sportivi, la seconda è che ci permette di sviluppare la conoscenza di Alfa Romeo nel mondo. Alfa è uno dei marchi premium presente nei principali tre mercati mondiali, USA, Europa e Cina. Alfa Romeo ha bisogno di farsi conoscere e rinforzare la propria notorietà e la F.1 è un mercato globale con una vetrina mondiale che vogliamo sfruttare. Abbiamo bisogno di incrementare i risultati commerciali, compito del Ceo Jean Philippe Imparato, e di farlo in maniera significativa e c'è una relazione stretta fra il migliorare i risultati sportivi derivanti dal motorsport, quelli commerciali e aumentare nel contempo la conoscenza del marchio a livello mondiale".
Un capitolo a parte riguarda la sostenibilità, parola d'ordine non solo nel mondo dell'auto ma anche nella F.1. Si parla infatti dei biocarburanti che dovrebbero ridurre l'impatto delle emissioni globali. Su questo Carlos Tavares ha una sua visione: "Il mondo dell'automotive negli ultimi anni ha visto una grande crescita della componente elettrica, con un aumento del peso dovuto alle batterie e ai motori elettrici. La F.1 ci può aiutare nella corsa alla leggerezza e all'efficienza. Questo può servire nella ricerca e nell'abbattimento del peso e con soluzioni nuove da travasare sulle auto di tutti i giorni. La F.1 ha come obiettivo zero emissioni, ma se vai a vedere la maggior parte delle emissioni legate alla F.1 sono quelle della logistica, non certo il consumo o l'efficienza delle monoposto e dei biocarburanti del futuro. Non dobbiamo limitarci solo al consumo e alle prestazioni delle monoposto, e in generale alle vetture normali: pensate soltanto ai motorhome, al loro peso e al loro trasporto tre o quattro volte in giro per il mondo che impatto hanno sulle emissioni, che è un problema generale e non limitato al solo consumo di una vettura. Noi, se dobbiamo fare qualcosa per ridurre le emissioni, grazie anche ai biocarburanti, lo faremo ma non è la soluzione del problema. E' un passo nella direzione giusta per rendere lo show sostenibile. Noi nel 2048 abbiamo come obiettivo emissioni zero per tutto il gruppo Stellantis e comprende non solo le auto e i loro consumi, ma anche il ciclo di produzione ad esempio".
Quanto alla F.1 attuale, Tavares pone come limite il controllo delle spese, perché non ha nessuna intenzione di partecipare a una serie dove non ci sia questo limite: "Mi piace la F.1 perché è il massimo delle categorie, migliori team, migliori tecnologie, vetrina mondiale e noi siamo qui perché la competizione è ad altissimo livello. Siamo appassionati e vogliamo rendere il business sostenibile, se non lo è e si spinge senza limiti sulle spese, noi non siamo d'accordo. Vogliamo che venga protetto e controllato il limite di spese, sia dal punto di vista etico che pratico. Perché dovremmo spendere soldi in F.1 potrebbero chiederci? Perché ha senso dal punto di vista comunicazione, commerciale e investimenti pubblicitari. Limitare i costi in F.1 è l'unico modo per vedere i migliori piloti, i migliori team le migliori tecnologie. Non voglio che ci sia un BOP (una sorta di zavorra alle prestazioni dei migliori, ndr) voglio però essere sicuro che il controllo delle spese funzioni e che venga rispettato".