Taranto. Shell Italia lancia piano giovani e start up
Il centro storico di Taranto
Shell Italia E&P, partner della joint venture "Tempa Rossa", ha lanciato questa mattina a Taranto la prima
edizione di Shell Inventagiovani Taranto. Si tratta del programma di investimento sociale di Shell Italia a sostegno dell'imprenditoria giovanile e di nuove start-up già attivo in Basilicata. Il programma sarà esteso anche ai giovani della provincia ed è patrocinato dall'Università di Bari, da Confindustria Taranto e dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, porto di Taranto. Presentata oggi l'iniziativa da Carsten
Sonne-Schmidt, ad di Total E&P Italia e Country Chair Total, Marco Brun, presidente e ad Shell Italia, Country Chair Shell Italia e Paesi dell'Adriatico, e Ivan Baggi, responsabile Social Investment Shell Italia E&P. Per Brun, «oggi ci troviamo qui a lanciare un'iniziativa, un programma di investimento sociale, che vuole essere un ulteriore strumento a favore del territorio e in particolare dell'imprenditoria giovanile. Sui giovani, in particolare quelli del Sud, il discorso pubblico inciampa spesso in tanti, troppi luoghi comuni. È vero, qui come altrove tanti giovani fuggono per cercare opportunità di studio e di lavoro in altre regioni o all'estero. Ma è altrettanto vero che ce ne sono di altri che restano e che vogliono scommettere sulla loro
terra. Ecco, qui a Taranto vogliamo provare a fare quello che abbiamo fatto e stiamo facendo - di nuovo, con successo - in Basilicata da dieci anni: accompagnare i giovani che hanno un sogno nel cassetto a far
sì che possa diventare realtà». Per Shell Italia, «lo spirito di Inventagiovani è lontano anni luce da una logica assistenzialista. Accompagniamo i giovani - è stato dichiarato - in un percorso formativo e di consulenza manageriale affinchè sviluppino, loro, le competenze e le conoscenze necessarie per avviare un'attività imprenditoriale». Dopo aver ricordato che in Basilicata Shell è presente in entrambe le joint venture "Val d'Agri" e Tempa Rossa", i manager di Shell hanno rammentato di essere stati «tra i primi ad aver introdotto un progetto mirato a sviluppare il sistema imprenditoriale dei giovani». «Negli ultimi dieci anni - è stato evidenziato - abbiamo sostenuto la nascita di 16 nuove aziende, 16 start up: dall'agricoltura biologica alla cosmetica, dal wedding planning al sociale, dagli spin off in ambito geologico all'e-commerce, dall'edilizia innovativa alla manifattura di design, all'artigianato e ai servizi per le imprese». Inoltre «altre 15 imprese, già costituite, hanno scelto di avvalersi di Inventagiovani per potenziare il loro business».
«In questi dieci anni - ha sottolineato Brun - abbiamo avuto modo di conoscere tanti giovani lucani di talento, attaccati al proprio territorio, in cui vedono delle opportunità e delle potenzialità tali da spingerli ad avviare un'impresa che, basata in Basilicata, non perde di vista le opportunità che derivano da un mondo sempre più globalizzato ed esigente. Inventagiovani ha avuto ricadute positive anche in termini di "rete tra imprese", favorendo cioè la collaborazione e il network tra i giovani imprenditori che prosegue anche al di là del programma». Circa il bilancio più complessivo, solo nel 2018 - perché i numeri del 2019 saranno pronti in primavera - attraverso Shell Live Wire, di cui Inventagiovani è parte, sono state create quasi 1.400 posizioni lavorative. Brun ha poi auspicato «che anche tanti giovani tarantini, con il supporto di Shell Inventagiovani, possano realizzare il proprio progetto imprenditoriale in questa che resta, pur con tutti i problemi che conosciamo, una realtà dalle enormi potenzialità».
«Col Comune di Taranto e col sindaco Melucci - ha detto ancora il manager di Shell Italia - è stato possibile instaurare sui giusti binari il confronto su un progetto complesso come Tempa Rossa, uno dei principali progetti industriali del nostro Paese e il più importante investimento privato in Italia. Giusti binari - ha sottolineato - intendo un approccio che rappresenta un cambio di paradigma nel rapporto tra il territorio e le imprese, il passaggio cioè da una logica del "do ut des" e di reciproco antagonismo a un atteggiamento di mutua collaborazione». Per Brun, «l'industria estrattiva ha dato e può dare ancora molto a Taranto, operando ovviamente nel pieno e assoluto rispetto dell'ambiente, della sicurezza, della salute e dei territori, che è e resta un imperativo categorico quotidiano per chi fa questo mestiere».