Economia

Suzuki Bike Day. Ecco perché un marchio auto promuove la bici

Redazione Motori giovedì 2 giugno 2022

La tavola rotonda organizzata da Suzuki Italia

Convivenza pacifica e non contrapposizione. Perchè la mobilità è di tutti, e può essere affrontata con mezzi diversi, senza battaglie ideologiche che non portano da nessuna parte. Ecco allora che un marchio automobilistico scende in campo per promuovere un evento rigorosamente su due ruote: sedici chilometri, un dislivello di 720 metri e salite con pendenza massima del 15%, ma soprattutto, lo stesso percorso in cui a Imola venne realizzato il mondiale di ciclismo 2020. È il Suzuki Bike Day, manifestazione di ciclismo aperta a tutti e non competitiva che si svolgerà sabato 9 luglio sulle strade di Imola e Riolo Terme.

A presentare la seconda edizione (la prima disputata in Carpegna, sulle salite che furono l'allenamento di Marco Pantani per i grandi Giri) Massimo Nalli, presidente Suzuki Italia, Sonny Colbrelli, vincitore della Parigi Roubaix e campione italiano e Davide Cassani, ex ct della nazionale di Ciclismo e presidente di Apt Emilia Romagna che subito dopo la prima edizione, ebbe l'idea di portare le bici a Imola, nel circuito Enzo e Dino Ferrari. "Sarà una festa per tutti coloro che amano il ciclismo, che vanno in bicicletta e che hanno una predisposizione per i motori - ha spiegato Davide Cassani -. Siamo in un autodromo dove corre la Formula 1, ma ci sono stati due mondiali di ciclismo. Ci sarà la possibilità di avere un dorsale ma non è una gara. Poi uno può decidere di fare le salite anche il più veloce possibile perché Mazzolano e la Gallisterna sono
due salite impegnative, però lo spirito che vogliamo trasmettere è quello di passare insieme una giornata all'insegna della bicicletta su un percorso importante per il ciclismo con arrivo dove tagliano il traguardo le Formula 1".

Può sembrare strano che una azienda di automobili possa promuovere un evento dedicato alle bici. "Invece - spiega Andrea Henke, direttore Marketing Auto Suzuki Italia - il motivo va ricercato nella storia di Suzuki e nel suo Dna, innanzitutto la storia di costruttore di Suzuki è iniziata circa 70 anni fa con un specie di bicicletta motorizzata, possiamo dire a pedalata assistita, che in Giappone portava i contadini da un campo ad un altro, in secondo luogo lo sport come valore per migliorare la vita delle persone e quindi anche dei clienti Suzuki, e poi la scelta del luogo, Imola, il posto storico per gli amanti dei motori da anni però importante anche per gli appassionati di ciclismo. Un connubio che crediamo potrà far vivere una bella giornata a tutti". Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia ha invece sottolineato il fatto che "noi di Suzuki abbiamo sempre tenuto molto al miglioramento della vita dei nostri clienti e dei potenziali clienti. E la vita si migliora alimentando le proprie passioni, come quella per lo sport o per la bici, ad esempio".

Il desiderio di mettere a fuoco gli scenari attuali e l’evoluzione in atto ha portato il marchio giapponese a organizzare poi una tavola rotonda che ha coinvolto alcune tra le principali realtà del settore. Si è parlato delle iniziative utili a favorire la convivenza e il rispetto reciproco tra tutti gli utenti della strada, così come delle strategie per dar vita a una mobilità nelle aree urbane che tenga presente anche le esigenze di mezzi complementari all’automobile. “Oggi è un giorno storico - ha detto il giornalista Marino Bartoletti -. Automobilisti, motociclisti e ciclisti si guardano spesso in cagnesco ma qui c’è una mano tesa, una ricerca di amicizia e complicità”. L'intervento del presidente dell'ACI, Angelo Sticchi Damiani, si è focalizzato proprio sul concetto di rispetto tra gli utenti della strada e sulla campagna “Rispettiamoci” portata avanti dall’ACI. Il Presidente dell’Automobile Club ha elogiato Suzuki per il suo sforzo a favore di una nuova mobilità e concluso con un chiaro invito: “Dobbiamo essere tutti attenti alla mobilità dolce, collaborativi e inclusivi”. Richiamato in causa, Nalli ha chiuso i lavori esprimendo soddisfazione per il fatto che la tavola rotonda abbia raggiungo il suo obiettivo, quello di stimolare un confronto costruttivo da cui sono scaturite tante idee, che ora si spera vengano recepite da chi è deputato a prendere le decisioni necessarie.