Economia

LA SCHEDA. Ma il nuovo sussidio lascia fuori i parasubordinati

Francesco Riccardi mercoledì 14 marzo 2012
L'Assicurazione sociale per l’impiego" ipotizzata dal ministro del Lavoro rappresenta un avanzamento delle tutele per i lavoratori, come ipotizza Elsa Fornero, o un restringimento nella copertura in caso di disoccupazione, come invece lamentano Cgil, Cisl e Uil? Il confronto, sulla base dello schema reso noto finora dall’esecutivo, non è semplice ma può aiutare una comparazione tra gli strumenti oggi esistenti e i destinatari previsti e quanto ipotizzato per il futuro da qui al 2015.Gli strumenti attualiOggi si sommano diverse provvidenze per i lavoratori dipendenti. Anzitutto la cassa integrazione ordinaria, che interviene in caso di crisi congiunturale (da 12 a 24 mesi), la cassa integrazione straordinaria che può variare da 12 a 36 mesi, per le ristrutturazioni e la chiusura delle aziende. Da ultimo è stata varata anche la cassa in deroga per tutelare quei lavoratori dipendenti di aziende artigiane e del commercio che non erano coperti dalla cig, gli apprendisti e i lavoratori in somministrazione. Il sussidio arriva fino all’80% della retribuzione, ma esistono due tetti massimi a 860 e a 1.150 euro mensili. In caso di licenziamento collettivo interviene poi la mobilità con le stesse caratteristiche della cigs per i primi 12 mesi e l’80% della cigs tra il 13° e 36° mese. Ancora, per i lavoratori non coperti dalla mobilità interviene l’indennità di disoccupazione ordinaria che varia dagli 8 ai 12 mesi a seconda dell’anzianità del lavoratore e con copertura del 60% della retribuzione per i primi 6 mesi, il 50% tra il 7° e l’8° mese, il 40% nei mesi successivi, sempre con i tetti massimi intorno agli 860 e 1.150 euro. C’è poi anche il sussidio «a requisiti ridotti» pagato fino a un massimo di 180 giornate con il 35% della retribuzione per i primi 120 giorni e il 40% nei successivi in particolare per i lavoratori a termine. Da ultimo, era stata introdotta un’indennità una tantum del 20% dell’ultimo reddito conseguito dai collaboratori rimasti senza un nuovo "progetto", ma la misura a causa dei requisiti particolari ha avuto scarsa diffusione.La nuova indennitàLa proposta presentata dal governo prevede che siano confermate la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, ad esclusione di quella per cessazione dell’attività. Tutte le altre provvidenze – dalla mobilità all’indennità di disoccupazione – verrebbero gradualmente sostituite tra il 2013 e il 2016 dalla "Assicurazione sociale per l’impiego". La durata della nuova indennità passerebbe dagli attuali 8 mesi fino a 50 anni e 12 mesi oltre i 50 anni, rispettivamente a 12 mesi fino a 55 anni e 18 mesi oltre i 55 anni. L’importo sarebbe pari al 70% fino a 1.250 euro mensili della retribuzione media del biennio precedente al licenziamento eventualmente accresciuta del 30% della retribuzione sopra i 1.250 euro mensili. L’importo sarebbe poi abbattuto di un 15% dopo i primi 6 mesi e di un altro 15% nei 6 mesi successivi. Dalle ipotesi previste ieri sarebbe previsto comunque un tetto massimo di 1.119 euro, superiore all’attuale indennità di disoccupazione e di poco inferiore all’attuale indennità di mobilità. I requisiti per l’accesso sarebbero quelli attuali vale a dire due anni di anzianità assicurativa ed almeno 12 mesi lavorati nell’ultimo biennio e si applicherebbe nel settore privato ai lavoratori a tempo indeterminato, a tempo determinato e agli apprendisti, nel pubblico impiego ai soli lavoratori a termine. La contribuzione verrebbe portata per tutti i settori all’1,3% cui si aggiungerebbe il contributo aggiuntivo per i contratti a tempo determinato pari al 1,4%.Chi rimane esclusoDi fatto viene confermato il carattere eminentemente assicurativo dei nuovi ammortizzatori sociali indirizzati al lavoro dipendente nelle sue varie forme. Resterebbero dunque esclusi dalle tutele i rapporti di lavoro autonomo e soprattutto quelli parasubordinati come le collaborazioni e il lavoro a progetto.