Economia

Auto. Stellantis svolta con sindacati e governo: «Un piano prodotto per ogni fabbrica»

Alberto Caprotti giovedì 12 dicembre 2024

Jean-Philippe Imparato, responsabile per l'Europa di Stellantis

Uno: il profilo dell’uomo scelto per lavorare al Piano Italia e ricucire i rapporti con il nostro governo che Carlos Tavares aveva contribuito a rendere pessimi. Due: la revoca, martedì, dei 400 licenziamenti grazie alla proroga di un anno della commessa a Trasnova, l'azienda dell'indotto che fa attività di logistica a Pomigliano, e quelli delle aziende Logitech, Teknoservice e Csa. Tre: il rientro dopo anni in Acea, l’Associazione europea dei produttori di automobili a partire dal 1 gennaio prossimo, che è stata ufficializzata ieri per uscire da un isolamento penalizzante in un’ottica comune.

Se tre indizi fanno una prova, è lecito dire che Stellantis abbia inaugurato un nuovo approccio dopo il traumatico allontanamento del suo amministratore delegato. Più costruttivo e collaborativo con l’Italia appunto, rispetto alle barricate di Tavares.

In attesa della scelta del succesore del grande capo, l’uomo nuovo si chiama Jean-Philippe Imparato, 58 anni, francese con genitori pugliesi, responsabile per l’Europa di Stellantis, che nuovo lo è solo di ruolo visto che da anni lavora nei marchi del Gruppo. Nel 2021 lasciando Parigi e stabilendosi a Torino, ha preso in mano le sorti drammatiche di Alfa Romeo ricostruendo il marchio. Ora le sfide che lo attendono sono ancora più grandi: riorganizzare le fabbriche di tutto il Gruppo, affrontare la transizione elettrica, ricostruire relazioni logorate e, non ultimo, convincere il mercato che Stellantis ha una visione per il futuro.

Oggi a Torino, il primo atto. Imparato, su mandato del presidente John Elkann, incontra infatti i segretari generali dei sindacati per illustrare i piani che poi, martedì 17, presenterà al governo. Partendo da un punto fermo: compatibilmente con le difficoltà del mercato, l’Italia dovrebbe restare un crocevia fondamentale per Stellantis, che ha intenzione di presentare finalmente un piano concreto su ogni fabbrica. «Non ci saranno promesse non mantenute», è lo slogan che Imparato ha usato spesso nell’affrontare le sfide. E questa volta alla vigilia è stato ancora più chiaro: «A livello di stabilimenti, nel 2029 l’Italia diventerà il secondo mercato europeo di Stellantis. Non chiuderemo nessuna fabbrica. Ogni marchio ha un piano prodotto. E lo faremo vedere a tutti la prossima settimana».

Un obiettivo ambizioso, perchè la realtà dice altro. A partire dal gennaio 2021, ovvero dalla nascita di Stellantis, e fino al dicembre 2023, il Gruppo nel nostro Paese è passato da 52.700 a 42.500 dipendenti. Che diventano ora 40.000 dopo le uscite incentivate di quest’anno. Per sostenere la cassa integrazione dei suoi dipendenti, dal 2021 al maggio 2024 Stellantis ha speso oltre 980 milioni di euro, di cui più di 700 a carico dello Stato italiano. In più da mesi non c’è chiarezza in nessuno stabilimento riguardo alle prospettive produttive.

Per questo diventa fondamentale che i sindacati oggi, e il governo il 17 dicembre, sentano dalla voce di Imparato, quello che il manager vuol dire e che siamo in grado di anticipare. Che la produzione della Panda cioè rimarrà a Pomigliano fino al 2030, la conferma della centralità di Mirafiori (con la nuova Fiat 500 ibrida entro novembre 2025) e i cambi elettrificati; la ripresa dei progetti per la Gigafactory a Termoli, la disponibilità a collaborare attivamente con la filiera, e l’idea di lavorare insieme al piano Mattei.

In particolare la prima novità riguarda Melfi, stabilimento che sta iniziando a produrre la DS N°8, il nuovo Suv di lusso del marchio francese, con primi pezzi in uscita dalla linea entro aprile 2025. Sempre a Melfi, Stellantis conferma che inizierà a costruire la Jeep Compass elettrica (terzo quarto dell’anno),che anticiperà un’altra DS a inizio 2026, e la Jeep Compass ibrida, prima della nuova Lancia Gamma, prevista a partire da settembre 2026.

Sempre più centrale, almeno nelle intenzioni del Gruppo, diventerà appunto Mirafiori. Che con i suoi 13.0000 dipendenti e i 5 complessi che la formano, vuole restare secondo Imparato il cuore pulsante del Gruppo in Europa. Casa 500 - dirà il manager francese ai suoi interlocutori - rimarrà tale ancora per tantissimi anni: dopo il lancio della nuova 500 ibrida (basata sull'attuale elettrica e attesa entro la fine di quest'anno), Stellantis continuerà a puntare sulla fabbrica piemontese anche con la nuova generazione del Cinquino elettrico, attesa nel 2032. «L’obiettivo - ha sottolineato - è produrre circa 100.000 macchine ibride all'anno. Ma non c'è solo questo. A Mirafiori mettiamo il futuro della 500 e questo ci porta al 2032-2033, quindi non c'è dubbio, Mirafiori avrà lavoro. Se ho deciso di mettere tutta l'organizzazione Corporate Europe a Torino vicino al Centro Stile è per rimanere in Italia. E Torino è qualcosa di molto importante per noi: avremo l'organizzazione europea, più i commerciali, più la 500 ibrida, più il futuro della 500 e questo è un segnale. A Torino abbiamo anche l'e-Dct, che è il cambio necessario per l'ibrido ed è esportato dappertutto: ne facciamo 60.000 unità al mese e questo vuol dire che per me e per noi Torino rimane molto importante».

Il nodo poi sarà vendere le elettriche, in percentuali al momento improbabili se non ci sarà un ripensamento europeo.

E qui interverranno gli accordi con il governo. In un clima che d’ora in poi, tutti si attendono diverso.