C’è chi vorrebbe abolirli, come gli organizzatori dello Young international forum. Chi regolamentarli meglio. E chi potenziarli, come il Pd, che ha appena proposto di istituirne 100mila retribuiti per giovani diplomati e laureati del Mezzogiorno. Lo stage resta ancora uno dei pochi strumenti in grado di aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro. Anche se purtroppo non mancano gli abusi. Nonostante il numero degli stage sia aumentato, infatti, si sono ridotte le assunzioni al termine del periodo di tirocinio, mentre in alcuni casi dietro lo stage si nasconde un lavoro sottopagato. Ogni anno in Italia vengono attivati almeno 300mila stage. In alcuni casi sono organizzati 'a regola d’arte', con tutor presenti e progetti formativi seri e adeguati e possono davvero aprire le porte del mercato del lavoro; altre volte, purtroppo, gli stagisti vengono utilizzati solo a fini lavorativi, senza l’obbligo di corrispondere una retribuzione. Le esperienze positive, tuttavia, non mancano. Per esempio, con i programmi 'Pari', 'Fixo' e 'Lavoro & sviluppo' del ministero del Lavoro, attuati da Italia Lavoro ( vedi altri articoli). L’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione dei lavoratori), da parte sua, fotografa da oltre dieci anni lo stato dell’arte dei tirocini promossi dai Centri per l’impiego (Cpi) destinati a persone in cerca di lavoro. Nel 1998/99 i tirocini attivati dai Cpi erano quasi 15mila, con una percentuale di coloro che trovavano un lavoro dopo la fine del percorso del 46,4%. Dieci anni dopo, il numero dei tirocini realizzati sale a quota 52.700, con una percentuale di esiti positivi del 26,5%. Ne emerge un dato significativo: da una parte l’aumento del numero degli stage e dall’altra la diminuzione di quanti, a seguito di questa esperienza formativa, riescono a trovare anche soltanto una collaborazione. I dati dell’indagine Excelsior di Unioncamere, nell’ultima rilevazione che analizza i fabbisogni professionali delle imprese italiane, parlano di 256mila stage attivati nel 2007, con una percentuale di assunzione successiva allo stage limitata al 12,9%. Un risultato simile è quello rilevato da Almalaurea: nel 2006 il 12,8% dei laureati che hanno svolto un tirocinio è rimasto a lavorare nella stessa azienda. Questa percentuale sale al 21,3% se vengono presi in considerazione solo i laureati quinquennali, chiaramente più interessati all’inserimento lavorativo al termine dello stage. Dal rapporto annuale sulla Condizione occupazionale dei laureati di Almalaurea si evince, inoltre, che, aver svolto uno stage durante o dopo l’università incrementa, in generale, del 6% la possibilità di trovare lavoro. Dati contraddittori, che spingono Isfol e il sito internet Repubblica degli stagisti a far emergere le esperienze degli stagisti italiani, senza distinzione di età, di titolo di studio o altro, dedicando a loro un sondaggio su misura, e utilizzando la Rete. Il sondaggio è anonimo e facile da compi-lare: comprende una ventina di domande attraverso cui chiunque abbia fatto almeno uno stage potrà raccontare la propria esperienza. L’obiettivo è tracciare un identikit degli stagisti italiani, scoprendo dove e per quanto tempo fanno stage, se ricevono un rimborso spese e di quanto, e soprattutto se vengono assunti al termine del tirocinio.«Lo stage – spiega Sergio Trevisanato, presidente dell’Isfol – è ormai un momento- chiave nel passaggio dalla formazione al lavoro: il numero degli stagisti aumenta di anno in anno. Attraverso questo sondaggio vogliamo capire se lo strumento dello stage è effettivamente utile ai giovani per inserirsi nel mondo del lavoro ». «La normativa italiana – sottolinea da parte sua Eleonora Voltolina, direttore responsabile della Repubblica degli stagisti – chiama stage una serie molto varia di percorsi formativi: dall’alternanza scuola/ lavoro delle scuole superiori alla specializzazione post-laurea o addirittura post- master. Il sondaggio darà la possibilità a tutti di raccontare il 'loro' o i loro stage, per capire le differenze, i punti critici e le 'buone pratiche stagistiche'». Le risposte al sondaggio verranno poi elaborate dai ricercatori dell’Isfol e presentate al pubblico nell’autunno del 2009.