Economia

Grande distribuzione. La Marca del distributore orienta la spesa sostenibile

Cinzia Arena lunedì 13 gennaio 2020

Spesa sostenibile grazie alla Marca del distributore

La sostenibilità si fa strada tra gli scaffali dei supermercati: più attenzione al risparmio di risorse – energia, acqua e eccedenze alimentari – senza tralasciare la crescita in termini di fatturato e di occupazione. La distribuzione moderna, fatta di realtà piccole e grandi, in Italia è uno dei settori più floridi. Il dinamismo maggiore è legato al segmento dei prodotti a Marca del distributore (Mdd): vale a dire quei prodotti alimentari e non commercializzati all’interno dei punti vendita con lo stesso brand dell’insegna o con marchi riferibili all’impresa distributiva. Nata come prodotto di base, e conosciuta con il termine di private label, la Mdd è diventata una vera e propria marca capace di svilupparsi e di innovarsi come i maggiori brand industriali e rappresenta un’opportunità per le piccole e medie imprese italiane che costituiscono l’80% dei suoi fornitori. Mantenendo un ottimo rapporto qualità/prezzo è stata in grado negli ultimi anni di seguire alcuni trend come il biologico, i prodotti regionali e il fresco. E anche nel campo della sostenibilità ambientale e sociale è all’avanguardia.

«Il contributo della Marca del Distributore alla sfida dello Sviluppo sostenibile e del Paese» è il titolo dell’analisi realizzata dall’Associazione Distribuzione Moderna (Adm) e da The European House-Ambrosetti che verrà presentata a Bologna mercoledì nel corso della Fiera MacabyBolognaFiere. La grande distribuzione si sta impegnando per tagliare i consumi di energia elettrica (-30% in tre anni) e di acqua (112 milioni di litri in meno ogni anno) e ogni anno raddoppia i progetti di recupero di eccedenze alimentari (12,4 tonnellate raccolte che equivalgono a cibo per sfamare 31mila persone). I prodotti a Marca del distributore hanno dimostrato negli ultimi anni un considerevole dinamismo mostrandosi vicini alle nuove esigenze dei consumatori e curando la filiera alimentare, assumendo un ruolo di "garante" nei confronti dei cittadini sempre più interessati ad acquisti sostenibili, ai quali vengono offerti prodotti validi a prezzi accessibili. Valerio De Molli, ceo di The European House-Ambrosetti ha sottolineato come i prodotti a marca del consumatore «hanno consentito di risparmiare circa 2,8 miliardi di euro l’anno, circa il 50% delle risorse stanziate per il reddito di cittadinanza». Il settore della Mdd vale 10,8 miliardi di fatturato e ha una rete di 220mila mila occupati con una considerevole presenza di under 30 (21%) e di donne (63%). Fondamentale il contributo all’occupazione soprattutto nel Mezzogiorno. «La distribuzione vedrà altri cambiamenti nella seconda metà del 2020 – ha spiegato Giorgio Santambrogio, presidente Adm e amministratore delegato di Vègè –. Il tema su cui si dovrebbe dibattere è quello del punto vendita di vicinato. Molti nati come superstore si stanno evolvendo per studiare lo store di vicinato. Non c’è più la dicotomia tra piccolo supermercato e grande distribuzione, perché quest’ultima non c’è più: si sta trasformando in aggregazioni di piccoli».