Mercati. Crolla il mercato, Cina chiude le Borse in anticipo
La nuova svalutazione della banca centrale cinese dello yuan (-0,5%) manda al tappeto i mercati azionari del paese che, dopo solo una mezz'ora di contrattazione questa notte, sono stati sospesi quando cedevano oltre il 7% e quindi chiusi per l'intera giornata. Una mossa che ha provocato le critiche di molti analisti e investitori secondo i quali le autorità di Pechino avrebbero perso il controllo della situazione. Una moneta più debole, lo yuan è sceso dello 0,6% a 6,5925 mentre quello quotato a Hong Kong è leggermente risalito, può infatti aiutare le esportazioni ma fa crescere i rischi per le società indebitate in dollari e aumenta i timori che lo stato dell'economia del paese sia peggiore del previsto.
Ma anche il petrolio va sempre più giù. I prezzi del greggio continuano a
collassare con le turbolenze sui mercati azionari cinesi e l'ulteriore
svalutazione dello yuan effettuata dalla banca centrale cinese. I
futures sul Wti con scadenza a febbraio hanno toccato il minimo dal
2004 e il petrolio è scambiato a 32,9 dollari al barile, in calo del
2,9% rispetto a ieri. Il Brent a Londra è vale 33,2 dollari al barile.
Anche il dollaro è in affanno e resta debole nei
confronti delle principali controparti, dopo la pubblicazione dei
numeri settimanali sui sussidi alla disoccupazione negli Stati
Uniti, mentre prosegue l'ondata di avversione al rischio
innescata stamane dalla svalutazione dello yuan da parte della
banca centrale cinese.