"Ci sono Università di serie A e di serie B, è ridicolo negarlo". Così ha parlato lo scorso 18febbraio il premier
Matteo Renzi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico di Torino. Sarà vero? Per il 60 % degli studenti la risposta è sì. È questo il risultato del sondaggio lanciato dal
Corriere dell’Università, cui hanno risposto oltre 1.500 studenti.Sostanzialmente, i ragazzi si dividono in due grandi gruppi: da una parte c’è chi è dell’idea che in Italia ci siano grandi differenze tra gli Atenei. Il 42 %, invece, ritiene che ogni Università faccia storia a sé.Il dibattito si è acceso dopo l’approvazione dell’emendamento presentato dall’on. MarcoMeloni al ddl sulla pubblica amministrazione, che prevedeva una differenza in sede concorsuale tra gli studenti in base all’Ateneo di provenienza. Tante sono state le reazioni dal mondo politico euniversitario, a partire dall’Andu, l’associazione dei docenti universitari, che in una notadurissima si è schierata contro il governo che "abolisce di fatto il valore legale del titolo dilaurea".Insomma, è giusto dare maggior peso in sede concorsuale all’Ateneo di provenienza? Anche stavolta il 60 % degli studenti si dice contrario: "È solo un modo per creare disparità tra i ragazzi”. Il 41 % dei votanti, a sorpresa, si dice favorevole all’introduzione del nuovo parametro.Infine la questione si sposta sul modello di valutazione stessa delle Università italiane. Peril 75 % degli studenti il modello utilizzato dall’Anvur è da ripensare, perché troppo legatoai numeri. Solo il 26 % dei votanti si esprime a favore dell’agenzia di valutazione, poiché,attualmente, è l’unico esistente nel nostro Paese.