Transizione green. Perché ha senso aumentare gli investimenti sull'energia pulita
Oggi, per ogni dollaro speso in energia rinnovabile, solo 60 centesimi vengono spesi in reti e accumulo, evidenziando come le infrastrutture di supporto essenziali non stiano tenendo il passo con le transizioni verso l'energia pulita. Questo è uno dei punti critici che emergono dai dati contenuti nel nuovo World Energy Outlook 2024 (WEO) dell'Agenzia internazionale dell’energia (IEA), che rappresenta la fonte globale più autorevole di analisi e proiezioni energetiche.
E ancora, dal report emerge come i conflitti regionali e le tensioni geopolitiche mettano in rilievo significative fragilità nell’attuale sistema energetico globale, rendendo chiara la necessità di politiche più forti e maggiori investimenti per accelerare e ampliare la transizione verso tecnologie più pulite e sicure.
IL REPORT SULL'ENERGIA MONDIALE
In queste 398 pagine, si ragiona dei cambiamenti nelle tendenze di mercato, delle incertezze geopolitiche in evoluzione, delle tecnologie emergenti, delle transizioni verso l’energia pulita e dei crescenti impatti dei cambiamenti climatici che ci obbligano a una riflessione sul significato di avere sistemi energetici sicuri.
Il nuovo rapporto sottolinea anche un aspetto centrale relativo alla frammentazione e alle attuali tensioni geopolitiche nel mondo, dal Medioriente all'Ucraina, che possono provocare rischi importanti sia per la sicurezza energetica, sia comportare rallentamenti nell’azione globale sulla riduzione delle emissioni di gas serra.
Le proiezioni del rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia basate sulle attuali impostazioni politiche indicano che il mondo è destinato a entrare in un nuovo contesto di mercato energetico nei prossimi anni, caratterizzato da continui pericoli geopolitici, ma anche da un'offerta relativamente abbondante di molteplici combustibili e tecnologie. Ciò include un eccesso di offerta di petrolio e gas naturale liquefatto (GNL) che si profila nella seconda metà degli anni 2020, insieme a un grande eccesso di capacità produttiva per alcune tecnologie chiave per l'energia pulita, in particolare il solare fotovoltaico e le batterie.
«Nella seconda metà di questo decennio, la prospettiva di forniture più ampie, o addirittura in surplus, di petrolio e gas naturale, a seconda di come si evolveranno le tensioni geopolitiche, porterebbe a un mondo energetico molto diverso da quello che abbiamo sperimentato negli ultimi anni durante la crisi energetica globale», ha affermato il direttore esecutivo dell'IEA, Fatih Birol.
«Implica una pressione al ribasso sui prezzi, offrendo un po' di sollievo ai consumatori che sono stati duramente colpiti dai picchi dei prezzi. Il respiro delle pressioni sui prezzi del carburante può fornire ai decisori politici lo spazio per concentrarsi sull'aumento degli investimenti nelle transizioni verso l'energia pulita e sull’eliminazione degli inefficienti sussidi ai combustibili fossili. Ciò significa che le politiche governative e le scelte dei consumatori avranno enormi conseguenze per il futuro del settore energetico e per affrontare il cambiamento climatico».
La decarbonizzazione del settore energetico richiede che il rapporto fra gli investimenti in rinnovabili e quelli in reti ed accumuli sia di 1 a 1, mentre oggi come detto per ogni dollaro speso sulle fonti rinnovabili, solo 60 centesimi sono spesi sulle reti e gli accumuli. Questo significa che affinché le fonti pulite continuino a crescere, secondo l'agenzia dell'Ocse, si debba fare di più sul piano degli investimenti sulle reti e sugli accumuli. Secondo la Iea, nonostante la spinta crescente alla transizione verso l'energia pulita, il mondo è ancora lontano dall'essere in linea con i suoi obiettivi di zero emissioni.
E ancora, in alcune regioni del mondo, gli alti costi finanziari e i rischi progettuali stanno limitando la diffusione di tecnologie di energia pulita a costi competitivi, proprio dove sono maggiormente necessarie. Questo è vero soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove queste tecnologie possono dare i maggiori risultati in termini di sviluppo sostenibile e riduzione delle emissioni.
Nel frattempo, la mancanza di accesso all'energia rimane la maggiore disuguaglianza nel sistema energetico attuale. Ci sono 750 milioni di persone, prevalentemente nell'Africa sub-sahariana, senza accesso all'elettricità, e oltre 2 miliardi senza combustibili puliti per cucinare.