RIFORME. Licenziamenti facili, i sindacati minacciano lo sciopero
I sindacati minacciano lo sciopero se il governo non ritirerà la nuova disciplina sui licenziamenti prevista nella lettera di intenti consegnata ieri a Bruxelles sulle riforme da attuare per riprendere il cammino della crescita. Nella missiva si dice che il governo punta ad aumentare la propensione ad assumere da parte delle imprese in due modi: "Attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato" e attraverso "più stringenti condizioni nell'uso dei contratti para-subordinati, spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato".
SCIOPERO SINDACATI SARÀ UNITARIO?Dura la Cgil che parla di misure da "incubo" che preludono a licenziamenti facili senza intervenire sul lavoro sommerso, e minaccia "reazioni forti" da parte del sindacato sperando che siano unitarie. Anche il leader della Cisl, Raffaele Bonanni avverte che "se il governo dovesse, senza il consenso delle parti sociali, modificare l'assetto dei licenziamenti la Cisl andrà allo sciopero". "Se il governo decidesse di modificare le norme sul lavoro, unilateralmente, saremmo costretti a promuovere uno sciopero generale", si legge in una nota della segreteria della Uil. Stamani il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha negato che il governo punti a incentivare i licenziamenti facili, quanto piuttosto a incoraggiare le assunzioni a tempo indeterminato a fronte del proliferare dei contratti para-subordinato. Il governo, ha aggiunto il ministro, è pronto a confrontarsi con le parti sociali e con le opposizioni se vorranno discutere senza pregiudizi.L'attuale legislazione italiana non prevede la possibilità di licenziamenti di singoli lavoratori con contratto permanente per ragioni economiche; tale circostanza può realizzarsi solo quando si dichiara lo stato di crisi e riguarda rami d'azienda, non singoli. L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori protegge dai licenziamenti individuali senza giusta causa prevedendo fino al reintegro al lavoro. Sacconi punta a introdurre lo Statuto dei lavori che superi l'articolo 18 e consenta risarcimenti economici ma non la riassunzione in caso di licenziamento immotivato. Il decreto di ferragosto prevede che accordi stipulati tra aziende e la maggioranza dei sindacati più rappresentativi possano derogare alla normativa vigente e all'articolo 18 in tema di contratti aziendali e territoriali.
MOBILITÀ E CIG PER LA PA; BERLUSCONI: MEGLIO CHE IN GRECIAAltra misura che fa discutere è quella che prevede la introduzione della mobilità e della cassa integrazione nel pubblico impiego. "Per rendere più efficiente, trasparente, flessibile e meno costosa la pubblica amministrazione tanto a livello centrale quanto a livello degli enti territoriali (oltre al vigente blocco del turnover del personale) renderemo effettivi con meccanismi cogenti/sanzionatori: la mobilità obbligatoria del personale; la messa a disposizione (Cassa Integrazione Guadagni) con conseguente riduzione salariale e del personale; il superamento delle dotazioni organiche", si legge nella lettera. In previsione dell' abolizione e razionalizzazione delle province è prevista poi "l'approvazione di una normativa transitoria per il trasferimento del relativo personale nei ruoli delle regioni e dei comuni". Berlusconi ha detto stamani di non vedere rischi di tensioni sociali perché "non abbiamo introdotto misure così negative come in Grecia"."Da noi c'è soltanto mobilità e la possibilità che vengano messi in cassa integrazione degli impiegati pubblici per periodi limitati", ha proseguito il premier: "Credo che la situazione sia assolutamente gestibile".L'ultimo sciopero generale unitario di Cgil, Cisl e Uil risale al novembre 2005 contro la finanziaria di allora, ricorda il sindacato di Corso d'Italia.