Sicurezza. Bambini in auto, sbagliare è una questione di vita o di morte
Sono passati quasi 30 anni dall’istituzione dell’obbligo delle cinture di sicurezza, ma guardando certe cifre lo sconcerto è inevitabile. «Gli incidenti infatti sono la prima causa di morte dei bambini tra 0 e 14 anni e nel 37% dei casi si tratta di incidenti stradali. Se correttamente allacciati in auto, il rischio di morte dei bambini sotto i 4 anni si riduce della metà così come si riduce il rischio di traumi gravi. Sul sedile anteriore, il rischio è cinque volte superiore». Lo ha detto l'assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali presentando la campagna informativa di Regione Lombardia, Automobile club Milano, Assogiocattoli e “Tutti per la Salute” sulla sicurezza del trasporto di bambini in automobile. A questo scopo è stato prodotto e stampato in 100 mila copie un volantino che sarà distribuito nei prossimi giorni in tutto il territorio regionale, attraverso la collaborazione di Utr, ospedali, sedi Aci e associati Assogiocattoli, che spiega l'uso corretto e tutte le modalità relative all'argomemento.
«Il Codice della Strada obbliga tutti i bambini fino a 36 chilogrammi di peso e 150 cm di statura all’uso di dispositivi di ritenuta omologati. Chi non rispetta questo obbligo è soggetto a una sanzione da 80 a 323 euro, alla sospensione della patente da 15 giorni a due mesi nel caso di due sanzioni per la stessa infrazione nell’arco di due anni e soprattutto mette in pericolo la vita del bambino», ricorda ancora Bordonali: «Vogliamo diffondere una nuova cultura della sicurezza che può portare a salvare molte vite umane».
Altri dati tutt’altro che rassicuranti, emergono dal monitoraggio realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo, presentato da Automobile Club Roma e Direzione Compartimentale Centro Sud ACI. A Roma il 22% dei conducenti non allaccia le cinture mentre guida. La percentuale di non utilizzo sale al 26% tra i passeggeri anteriori e sfiora l’80% sul sedile posteriore. Per i bambini in auto è emergenza sociale: il 57% viaggia senza i sistemi di ritenuta previsti dal Codice della Strada. Preoccupa poi il dilagare di un uso scorretto dello smartphone alla guida. Il casco invece è adoperato ormai dal 99,8% dei motociclisti.
«I comportamenti alla guida devono essere responsabili – dichiara Giuseppina Fusco, Presidente dell’Automobile Club Roma e della Fondazione Caracciolo – per affermare il diritto alla vita di ogni utente della strada. Il rapporto evidenzia molte criticità e chiama Istituzioni, forze sociali ed associazioni a un impegno sempre più attivo sul piano culturale attraverso iniziative concrete che aiutino la prevenzione e la formazione. L’Automobile Club Roma sta già intensificando il programma di corsi di educazione stradale nelle scuole della Capitale. Lo studio rientra inoltre in una campagna di monitoraggio sulla mobilità, che amplierà il raggio di azione verso altre categorie di utenti della strada».