L’inchiesta di Dat-Italia. La sicurezza in auto? Se c’è, si paga a parte
Si parla tanto di sicurezza in auto e dei suoi dispositivi “salva-vita”, ma quanti di questi sono davvero disponibili sui modelli più venduti? E quanti sono a pagamento? A questi interrogativi dà una risposta un’inchiesta di Dat-Italia, azienda leader in Europa nell’elaborazione dei dati dei listini, nella valutazione dell’usato e nei costi di ripristino in officina. Per ogni tipologia di auto, ha preso in considerazione le 5 più vendute nel 2016 analizzando la presenza o meno degli optional "salva-incidenti" e i relativi costi. Inoltre sono stati analizzati i principali congegni che permettono di vedere e farsi vedere meglio (fari ad alto rendimento, sensore luci, sensore di angolo morto), o che ci distolgono meno dalla guida (vivavoce) oppure che intervengono quando il pilota si distrae (lane assist, ad esempio). I risultati sono sorprendenti: questi optional quasi sempre sono disponibili, ma solo per veicoli al di sopra dei 20.000 euro e quasi sempre a pagamento.
Nell’analisi per tipologia di vetture la maglia nera va alle multispazio e alle piccole monovolume per cui tali optional non sono neanche disponibili a pagamento. Fatto ancor più grave perché queste sono poi le tipiche auto da famiglia. Stesso discorso - purtroppo - anche per le vendutissime “piccole”. «È chiaro che i costruttori di auto non fanno beneficenza e mettono a disposizione ciò che il mercato richiede - spiega Antonio Coppola, direttore generale di DAT-Italia - ma questi “accessori” dovrebbero far parte sempre della dotazione di serie. Una forte spinta alla diffusione dei sistemi salvavita la stanno dando le assicurazioni che si stanno muovendo nel premiare con sconti sulle polizze gli automobilisti che acquistano veicoli più sicuri, ma c’è ancora molto da fare».