Maxisequestro da 46 milioni di euro
di beni immobili e disponibilità finanziarie nei confronti dei
vertici del gruppo Bulgari da parte dei Finanzieri del Comando
Provinciale di Roma. L'accusa è di evasione fiscale per aver
sottratto all'erario, dal 2006 in avanti, circa tre miliardi di
euro di ricavi.
Tra i beni colpiti dal provvedimento di
sequestro preventivo emesso dal gip Vilma Passamonti figurano,
oltre a rapporti bancari, assicurazioni sulla vita e
partecipazioni societarie, e numerosi immobili, tra cui il
prestigioso immobile di via dei Condotti. Le indagini,
scaturite da una serie di verifiche fiscali del Nucleo Polizia
Tributaria di Roma, hanno portato alla luce una vera e propria
"escape strategy" - così definita dagli stessi dirigenti del
gruppo in un documento di nove fogli rinvenuto dalle Fiamme
Gialle - per fuggire dal sistema di imposizione italiano e, in
particolare, dalla più stringente normativa introdotta, a
partire dal primo gennaio 2006, con riferimento alla tassazione
dei dividendi provenienti da Paesi a fiscalità privilegiata.
Tale strategia era basata sulla riallocazione dei margini
mondiali di guadagno (differenziale tra ricavi e costi delle
vendite) del gruppo Bulgari, tramite controllate estere, in
Stati diversi dall'Italia e, in particolare, prima in Svizzera,
poi in Olanda ed infine in Irlanda. Quest'ultimo Stato,
definito quale "unico Paese disponibile con una bassa pressione
fiscale, 12,5%, non localizzato in un paradiso fiscale", era
stato individuato come "meta finale" della pianificazione
fiscale del gruppo. Per questo motivo, veniva creata la Bulgari
Ireland Ltd LTD (Beire), controllata al 100% dall'italiana
Bulgari spa, con il compito, solo apparente, di immagazzinare,
conservare e spedire i prodotti finiti sia verso le società
commerciali del gruppo che presso i distributori terzi di tutto
il mondo.