Economia

IL CASO FONSAI. Sequestrato il 20% di Premafin Ligresti indagato per aggiotaggio

Nello Scavo venerdì 20 aprile 2012
​L'imprenditore Salvatore Ligresti, patron del gruppo Premafin-Fonsai, è indagato per manipolazione del mercato.Eseguendo un ordine della procura di Milano, la Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro di azioni di Premafin in mano a due trust esteri, pari al 20% della società, disposto dal gip Roberto Rinaldi nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm Luigi Orsi per manipolazione del mercato.«L’indagine – spiegano gli investigatori delle Fiamme gialle – ha permesso di riscontrare che il valore del predetto titolo sarebbe stato oggetto di manipolazione per il tramite delle partecipazioni detenute da enti controllati dai trust esteri, provocandone una sensibile alterazione del prezzo delle azioni». I due trust sono quelli segnalati dalla Consob, entrambi con base in paradisi fiscali: "The Heritage" e "Ever Green", costituiti alle Bahamas. Gli investigatori ritengono che i due "patti" «fra il 2009 e il 2010 avessero acquistato azioni Premafin al solo scopo di sostenere il titolo». Stando alla ricostruzione del pm e di Consob, i due trust sono stati costituiti da Ligresti nel 1993 e a lui riferiti fino al 2003, quando poi è subentrato Giancarlo De Filippo, considerato uomo di fiducia di Ligresti, che si ritiene non abbia agito in autonomia rispetto al patron. Prova ne sarebbe che, come ha spiegato lo stesso De Filippo agli inquirenti, l’intermediario nelle operazioni di acquisto delle azioni della holding della famiglia, Niccolò Lucchini, gli era stato presentato proprio da Salvatore Ligresti. E poiché si ipotizza che De Filippo abbia agito nell’interesse di Ligresti allo scopo di influenzare l’andamento del titolo, per gli inquirenti sarebbe stato commesso il reato di manipolazione del mercato. E proprio per evitare la reiterazione di questo reato è stato ritenuto necessario disporre il sequestro preventivo del 20 per cento del titolo "esterovestito" di Premafin.Questa quota si aggiunge al 50% del pacchetto azionario in mano alla famiglia: il 30% spalmato su tre società lussemburghesi intestate ai tre figli dell’ingegnere siciliano (Jonnella, Giulia e Paolo) e un altro 20% inglobato da Sinergia.Tre giorni fa la procura di Milano aveva chiesto il fallimento proprio di Sinergia e Imco, appartenenti alla galassia finanziaria della famiglia Ligresti. Le società, secondo la procura, rischiano di collassare sotto il peso di 400 milioni di euro di debiti. Cifre in rosso, a cui si aggiunge un contenzioso fiscale che, secondo i revisori di Ernst&Young, potrebbe aggirarsi tra i 2,6 e i 4,9 milioni di euro.I pm milanesi a luglio del 2011 avevano già iscritto Ligresti sul registro degli indagati contestandogli l’ostacolo alla autorità di vigilanza e la bancarotta fraudolenta, proprio per le vicende di Sinergia e Imco.