Lavoro. Perché c'è stato un altro sciopero del trasporto pubblico
Il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto il 31 dicembre scorso, è una delle principali ragioni dello sciopero del trasporto pubblico odierno che segue quello del 18 luglio.
Secondo i sindacati aderenti sono state «altissime le adesioni con una media nazionale dell'85% e punte fino al 100% con le metropolitane chiuse e la cancellazione di corse di bus in tutte le città e province» ha riportato unitariamente in una nota Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna dopo le 8 ore di protesta.
In linea di massima in tutte le città tranne Torino e Palermo, hanno incrociato le braccia i lavoratori del settore dalle 8,30 alle 16,30. Un’astensione dal lavoro, fatte salve le fasce di garanzia e differenti modalità territoriali, indetta da Cigl, Cisl, Uil, Cisal ed Ugl, in un comparto che risente della carenza di personale, che porta anche alla copertura dei servizi con gli straordinari, ma pure di retribuzioni giudicate basse e che vengono anche additate come una delle cause che non motivano i giovani ad accettare questa tipologia di professione. A cui si aggiunge il cronico problema di conseguire patente e abilitazione professionale per via dei costi e delle tempistiche.
Il mancato rinnovo del contratto è la principale ragione dell’astensione. A questa vanno aggiunte altre motivazioni: la mancanza di relazioni industriali efficaci, col coinvolgimento attivo delle parti sociali, il recupero del potere di acquisto, l’adeguamento economico delle retribuzioni, l’incremento del lavoro stabile e la valorizzazione di quello femminile.
Ma ci sono anche altri punti che motivano il fermo, come la richiesta di potenziare la formazione per adeguare le competenze dei lavoratori, la richiesta di interventi normativi riguardanti il crescente e sempre più preoccupante fenomeno delle aggressioni al personale e pure, più in generale, il miglioramento del contesto legato alla salute ed alla sicurezza.
In ultimo, la richiesta di rafforzare il welfare contrattuale basato su fondi bilaterali di previdenza complementare e di assistenza sanitaria. I sindacati, che da tempo lamentano la chiusura dei vertici aziendali, al riguardo con una nota hanno affermato di aspettarsi «dalle associazioni datoriali un’apertura rispetto alle posizioni inconciliabili con il rinnovo tenute finora che hanno portato all’interruzione del confronto e alla conseguente proclamazione dello sciopero». Inoltre le parti sociali si aspettano «dal Governo un impegno concreto per finanziare il fondo nazionale dei trasporti».