Economia

LE SCHEDE. Castellammare, Genova, Ancona

mercoledì 25 maggio 2011
CASTELLAMMARE, UN VERO TORNADO PER LA COMUNITÀLa rabbia sopita è esplosa appena saputo che il piano Fincantieri prevedeva la chiusura dello storico stabilimento di Castellammare di Stabia. Prima il Municipio occupato e devastato, poi il blocco del traffico sulla Statale Sorrentina e il presidio nel cantiere. Ed è solo l’inizio delle proteste, «durissime» promettono gli operai, oltre duemila tra maestranze e indotto. Danni per «varie decine di migliaia di euro», ma soprattutto «strane infiltrazioni, estremisti della politica e anche camorra» denuncia Luigi Bobbio, sindaco di Castellammare e responsabile del consorzio Torrese-Stabiese. Il giorno dopo le violenze, nel Municipio sembra passato un tornado: marmi divelti, computer sfasciati, la sala del Consiglio devastata. Si sono salvati i quadri del Papa e del presidente Giorgio Napolitano, ma la statua di Garibaldi, la testa staccata dal busto, è finita nel gabinetto, non miglior sorte ha avuto quella di Vittorio Emanuele. Sul balcone principale sventola lo striscione "Fincantieri Castellammare di Stabia". Solidarietà anche dalla Chiesa. «La Chiesa non è estranea alle difficoltà di coloro che dal lavoro ricavano il loro sostentamento; e si sente partecipe delle sofferenze loro e delle loro famiglie. Il diritto al lavoro è tra i diritti fondamentali dell’uomo», ha sottolineato l’arcivescovo di Castellammare, Felice Cece, in una lettera alla cittadinanza. (V. Ch.)GENOVA, I BLOCCHI E IL CAOSOltre mille lavoratori in corteo, ieri mattina a Genova, lungo 12 chilometri, dal cantiere di Sestri Ponente, dove venne realizzato il mitico Rex ed ora destinato alla chiusura, alla Prefettura per manifestare contro la perdita di 777 posti di lavoro. Alla manifestazione hanno partecipato, per solidarietà, anche addetti della Ansaldo, di Piaggio Aero, della Ilva, della Selex. Una manifestazione sfociata poi in scontri e disordini. Una decina, tra operai e uomini delle forze dell’ordine, sono rimasti feriti in una serie di tafferugli provocati però da infiltrazioni di elementi provenienti dai centro sociali. Blocchi stradali a Riva Trigoso, dove il cantiere è destinato a ridimensionamento con trasferimento di circa 600 lavoratori a Muggiano, nello spezzino. «Non è un piano industriale ma una vera dichiarazione di guerra, da demolire da cima a fondo. Siamo disposti a sederci al tavolo all’unica e ineludibile condizione che nessun sito venga chiuso», ha detto il segretario Fim-Cisl di Genova Claudio Nicolini, mentre il sindaco, Marta Vincenzi, si è detta pronta a bloccare la città, con uno sciopero generale contro la chiusura. (D. Fra.)ANCONA, DA 500 A 50 DIPENDENTI: È IL DESERTO. L'8 GIUGNO VEGLIA CON MENICHELLIIn pochi anni lo stabilimento Fincantieri di Ancona è passato da 500 a 50 dipendenti: una morìa progressiva alla quale la città ha assistito impotente. A gennaio l’amministratore delegato Giuseppe Bono aveva fatto intravedere spiragli nella crisi, con la possibilità di commesse di navi da crociera. Poi, la doccia fredda e infine, lunedì, la presentazione del piano che salva l’impianto dorico, ma lo lascerà sostanzialmente deserto. Così ieri mattina un lungo corteo ha percorso le poche centinaia di metri che separano il cantiere, in zona portuale, dal palazzo del Comune, per invocare un intervento istituzionale. Solo pochi giorni fa una delegazione di lavoratori aveva incontrato l’Arcivescovo, Edoardo Menichelli, che offrendo un concreto segnale ha da tempo suggerito l’area Fincantieri per la celebrazione conclusiva del Congresso eucaristico di settembre, presieduta da Benedetto XVI. Menichelli dopodomani incontrerà i responsabili regionali e provinciali del mondo imprenditoriale, sindacale, bancario e l’8 giugno presiederà nella Cattedrale di san Ciriaco una veglia, organizzata in collaborazione con Acli, Cisl, Movimento cristiano lavoratori, rivolta in particolare ai giovani. (V.Var.)