Fisco. Le promesse di Salvini: flat tax, stop all'Iva e contanti
Il vicepremier Matteo Salvini con il presidente Confesercenti Patrizia De Luise. (Ansa)
«Non vengo a vendere promesse ma a parlare di quanto contenuto nel programma». Matteo Salvini strappa applausi, stringe mani e accetta di mettersi in posa per qualche selfie all’assemblea di Confesercenti illustrando una serie di misure che suonano come una captatio benevolentiae. Stesso copione, ad una settimana di distanza, di quello del suo socio-vicepremier Luigi Di Maio (che ieri ha dovuto dare forfait all’ultimo momento) all’assemblea nazionale di Confcommercio. Il punto cruciale è, ancora una volta, la riduzione delle tasse declinata in tanti modi. «Non aumenteremo Iva e accise ma avvieremo già nel 2018 la rivoluzione fiscale improntata sulla flat tax» scandisce Salvini che poi annuncia la «cedolare secca» (vale a dire al 21%, ndr) sugli affitti spiegando che «ha funzionato nel settore delle case» e lo stop al pagamento dell’Imu per i negozi sfitti definendolo una «follia». Si spinge ad ipotizzare — ma in questo caso passa dal plurale "faremo" al singolare – di togliere il limite di spesa in contanti. «Per me non ci dovrebbe essere: ognuno è libero di pagare come vuole e quanto vuole». Musica per le orecchie dei piccoli e medi imprenditori che costituiscono il cuore di Confesercenti. C’è spazio anche per le misure balneari, la lotta all’abusivismo (fenomeno da 22 miliardi ricorda Confesercenti) sulle spiagge dove gli ambulanti «molestano e fanno concorrenza sleale» e la promessa di rivedere la direttiva Bolkenstein sulle concessioni agli stabilimenti balneari. Infine l’affondo sulla legge Fornero, da sempre vista come fumo negli occhi. «Come da programma il nostro obiettivo è smontarla pezzo per pezzo introducendo subito la quota 100: 41 anni di anzianità contributiva penso siano sufficienti».
Sulla flat tax, uno dei punti cardine del contratto giallo-verde, Salvini precisa che sarà impostata quest’anno ma il suo ingresso sarà graduale. Si partirà «dai redditi degli imprenditori per poi arrivare alle famiglie» spiega anche se su questo punto il governo non ha mai fatto chiarezza. La flax tax prevede due aliquote fisse (al posto dei cinque scaglioni attuali che rendono il nostro sistema fiscale progressivo): il 15% per i redditi sino ad 80 mila euro e il 20% per quelli superiori. La presidente di Confesercenti Patricia De Luise spiega che l’aumento dell’Iva «brucerebbe più di 20 miliardi di consumi delle famiglie» mentre dalla flat tax potrebbe arrivare un aumento considerevole dei consumi: nel primo anno di introduzione dell’1,5% (pari a quasi 15 miliardi di euro in più). De Luise lancia un appello a favore del Jobs Act che il nuovo governo vorrebbe stravolgere e del sistema dei voucher «un errore smantellarlo». Tra le richieste la parità di trattamento con i colossi dell’e-commerce che porti all’introduzione della web tax.