Auto. Tutti per l'elettrico, l'elettrico non per tutti
Il board di BMW presenta le novità del Gruppo al Salone di Francoforte, molte delle quali ad alimentazione elettrica
Elettricità è la parola d’ordine. Convinzione ogni oltre ragionevole dubbio è l’atteggiamento scelto da tutti. E 20 miliardi di euro di investimenti è la cifra già messa in campo dal Gruppo Volkswagen per un’offensiva di prodotto mai vista prima. Matthias Mueller, numero uno del colosso di Wolfsburg lo ha promesso senza esitazioni: «Entro 7 anni tutti i 300 modelli prodotti dal Gruppo Volkswagen avranno almeno una versione elettrica», aggiungendo che verranno stanziati altri 50 miliardi per lo studio e la fabbricazione delle batterie necessarie per farli funzionare. Volkswagen guida il plotone di chi crede nell’elettrificazione a ogni costo, ma è tutta l’automobile tedesca a lanciare compatta una sfida rivoluzionaria e rischiosa, almeno per alcuni mercati tutt’altro che pronti a raccoglierla ora e probabilmente anche in futuro.
Due anni esatti dopo l’esplosione del "dieselgate" i costruttori mostrano di non aver più voglia di leccarsi le ferite ma usano la vigilia dell’apertura del Salone di Francoforte per rilanciare e mostrare i muscoli. Anche BMW e Mercedes, solo sfiorate dallo scandalo ma sospettate di aver preso parte al gigantesco "cartello" industriale tedesco che avrebbe deciso e manipolato le scelte del settore in questi anni, si sono impegnate a ribadire il loro impegno a zero emissioni per la mobilità che ci aspetta: è di pochi giorni fa l’annuncio di BMW di voler avviare la produzione di massa di veicoli elettrificati, lanciandone 25 (12 dei quali completamente elettrici) entro il 2025. Mercedes risponde prevedendo di far debuttare nei prossimi otto anni oltre una decina di nuovi modelli a batteria, elettrificando il 20% circa della sua intera produzione. Il dibattito sull’urgenza di convertire verso alimentazioni ecologiche il prima possibile il parco circolante è diventato del resto uno dei principali argomenti della campagna elettorale tedesca, con la cancelliera Merkel – che domani, a pochi giorni dal voto, sarà a Francoforte per aprire il Salone al pubblico – decisa a difendersi dalle accuse di aver trattato con troppa indulgenza l’industria dell’auto e a chiedere impegni precisi per una mobilità più sostenibile.
La motivazione ecologica in realtà incide solo parzialmente su queste scelte. L’automobile sta cambiando perché è il mercato a chiederlo. E in particolare la Cina, primo "cliente" al mondo di automobili in assoluto con 23,6 milioni di vetture nuove immatricolate nel 2016 (3 milioni delle quali "targate" Volkswagen) e primo mercato al mondo anche delle elettriche (507 mila quelle acquistate nell’ultimo anno, comprendendo anche le ibride-plug-in, cioè ricaricabili). Ma se la Cina ha l’obbligo ambientale e la capacità di infrastrutture per adottare una politica del genere, altre realtà come l’Europa prima o poi dovranno chiedersi se tutta questa richiesta di energia di cui il mondo dell’auto si prepara ad aver bisogno potrà essere assorbita, senza contare gli enormi investimenti necessari per adeguare la rete pubblica e privata.
Nell’attesa di fare i conti con la realtà, il Salone di Francoforte parla cinese (in tutti i sensi), apre con molte novità di prodotto e, per la prima volta, si distingue anche per numerose e importanti defezioni. I marchi assenti sono una decina, a partire da Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Jeep. Altri brand che hanno dato forfait sono Peugeot, Ds, Nissan, Infiniti, Mitsubishi, Tesla e Volvo. Il Gruppo Fca è presente solo con Ferrari e Maserati, per non perdere almeno con i suoi marchi di lusso una vetrina sempre prestigiosa. Nonostante le assenze, secondo il presidente dell’Associazione dell’industria automobilistica tedesca (VDA) Matthias Wissmann, le anteprime saranno circa 300, ma non si tratta solo di vetture al debutto. Numerose infatti sono le novità in tema di connessione e tecnologia applicata all’auto, in un Salone che vede presenti i giganti del settore, da Google a Facebook, Qualcomm, IBM, Sony, Siemens, Bosch, Tom Tom, Harman. A conferma che lo stretto intreccio tra giganti dell’auto e mondo hi-tech prosegue spedito, con l’obiettivo finale entro il 2020 dell’auto a guida completamente autonoma. Anche questa enorme e rivoluzionaria incognita che ci aspetta.