Economia

Welfare. Sacchi (Inapp): Italia in ritardo, niente asili nido per due bimbi su tre

Maurizio Carucci venerdì 8 novembre 2019

Due bambini sue tre in Italia non hanno accesso agli asili nido. È uno dei dati che emergono dal Rapporto Employment and social developments in Europe (Esde) dell'Unione Europea, presentato questa mattina all'Auditorium dell'Inapp a Roma alla presenza del sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle politiche sociali Francesca Puglisi. Quest'anno il Rapporto, che rappresenta la principale relazione curata dalla Commissione europea sulle tendenze occupazionali e sociali in Europa, si è focalizzato in particolare sul sostegno alla famiglia e sugli investimenti sociali come l'accesso ai servizi per l'infanzia e all'educazione della prima infanzia, aspetti che per la Commissione europea «rendono le persone più produttive aumentandone il loro benessere» sul solco di quanto stabilito dall'Agenda strategica 2019-2024. L'Europa, si legge nel Rapporto Esde, ha invitato gli Stati membri «ad affrontare la questione della povertà ed esclusione sociale dei bambini attraverso l'integrazione di strategie volte a garantire l'accesso a risorse adeguate e servizi di qualità a prezzi accessibili». Lo ha fatto attraverso il pacchetto sugli investimenti sociali del 2013, la raccomandazione sugli investimenti per l'infanzia e la raccomandazione per l'efficienza e la qualità dei sistemi di educazione e cura della prima infanzia del 2019. L'Ue incoraggia in particolare gli Stati membri a «migliorare la disponibilità di assistenza all'infanzia di qualità, ad adattare i sistemi fiscali e previdenziali al fine di eliminare i disincentivi al lavoro e a sviluppare e distribuire congedi retribuiti tra donne e uomini un modo più equilibrato».

Diversi Paesi - tra cui l'Italia - necessitano di politiche che garantiscano ai genitori e in particolare alle donne la possibilità di accedere al mercato del lavoro conciliandolo con il lavoro di cura. La metà degli Stati membri, tuttavia, non ha raggiunto i due obiettivi di Barcellona: garantire l'accesso agli asili nido ad almeno il 33% di bambini sotto i tre anni, e garantire servizi per l'infanzia ad almeno il 90% dei bambini di età compresa fra i tre anni e l'età dell'obbligo scolastico. Mentre la scuola per l'infanzia consente all'Italia di raggiungere il target nella classe di età 3-6 anni, il nostro Paese è ancora lontano da quello previsto per i bambini con meno di tre anni.

«L'Italia è in ritardo - ha spiegato il presidente dell'Inapp Stefano Sacchi -. Leggendo il Rapporto Esde emerge come due bambini su tre nel nostro Paese non hanno accesso agli asili nido e anche per questo la legge di Bilancio per il 2020 potenzia il bonus nido per le famiglie a basso reddito. Allo stesso tempo, il Parlamento sta discutendo la delega da assegnare al governo per la formulazione di un assegno unico
per la famiglia e una dote unica per i servizi che dovrebbero sostituire una serie di misure esistenti e ridestinare le risorse attraverso scelte più mirate. La platea potenziale di un assegno unico è di circa 6,7 milioni di famiglie con figli fino a 18 anni, più 3,9 milioni di famiglie con figli tra 18 e 26 anni; quella di una dote unica sino a tre anni è di oltre 1,3 milioni di famiglie. Attenzione però all'offerta di servizi: se al Nord il problema è soprattutto di costi elevati dell'asilo nido, in buona parte del Mezzogiorno il problema è la carenza di posti».