La denuncia. Guardie giurate, al via la campagna per il rinnovo
Alessandro Contucci, segretario della Uil-Tucs di Roma e del Lazio
«Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dovrebbe essere di interesse collettivo, non si può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia». Così commenta Alessandro Contucci, segretario della Uil-Tucs di Roma e del Lazio. Sugli autobus di Roma i motivi della protesta: un contratto scaduto da oltre sette anni, turni di lavoro fino a 72 ore a settimana per un salario che, in diversi casi, non supera la soglia di povertà, condizioni di lavoro precarie, irregolarità amministrative. Un trattamento inaccettabile per chi è chiamato a garantire la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini. Contratto scaduto da 2.588 giorni, salari di ingresso al di sotto dei sette euro l'ora, turni di lavoro di 72 ore a settimana. Chi protegge chi protegge? è il claim della campagna di denuncia che campeggia sugli autobus della Capitale: «Si tratta di un'iniziativa che tutti dovrebbero appoggiare senza se e senza ma. Sensibilizzare le istituzioni, l'opinione pubblica e gli imprenditori del settore su una situazione non più tollerabile è sacrosanto. Il nostro sindacato è al fianco delle guardie giurate e degli operatori fiduciari. Un esercito di oltre 85mila persone, seimila solo a Roma, costretto a fare i conti con condizioni di vita e lavorative disumane». La paga di ingresso per una guardia particolare giurata è di 6,19 euro l'ora, per un operatore fiduciario di 4,72 euro. Ovviamente lorde. «Sono padri e madri di famiglia - continua Contucci - che per portare a casa uno stipendio appena sufficiente devono sopportare turni massacranti, con infinite ore di straordinario. In alcuni casi abbiamo resgistrato fino a 72 ore a settimana. Il che comporta il mancato rispetto delle undici ore di riposo fra due turni diversi. Sono mesi che raccogliamo gli appelli disperati di una categoria ormai allo stremo delle forze. A tutto questo poi si aggiungono le difficoltà economiche da affrontare una volta tornati a casa. Sono da attenzionare i casi di suicidio e delle morti legate a infarti». Ma perché tutto questo? «La colpa - dice il segretario della Uil-Tucs di Roma e del Lazio - è anche delle gare che si chiudono al ribasso. L'ultima, bandita dall'Ama, è stata aggiudicata con un compenso di 17.15 euro l'ora. Secondo nostre stime, agli oltre 2.300 istituti di vigilanza, che operano in Italia, un lavoratore costa 18.50 euro l'ora. La matematica non è un'opinione: chi ha vinto quella gara non ci guadagna in partenza e deve, per forza di cose, risparmiare su altre uscite. Il che però mette a rischio l'incolumità di chi opera per garantire la sicurezza a noi tutti. Per dirla in altri termini, abbiamo riscontrato la mancata revisione dei giubbotti anti-proiettili e delle auto di servizio, la sistematica dimenticanza, definiamolo così, delle visite attitudinali e la presenza di due e non di tre guardie sui portavalori. Si recupera così quello che si perde vincendo una gara con un bando al ribasso». Ma non solo. Frequenti risultano le omissioni amministrative. «Il mancato versamento dei contributi, dell'assicurazione assicurative e, in alcuni casi, di quanto dovuto per la cessione del quinto concesso dagli Istituti di credito ai lavoratori del settore - afferma Contucci - sono elementi che spesso i nostri tesserati denunciano. E questo accade nell'indifferenza generale, nonostante le numerose segnalazioni che abbiamo rivolto a diversi livelli. Senza ottenere risposta e senza avere controlli adeguati. Sono talmente insufficienti che si mette a budget l'eventuale sanzione. Ha un costo minore di quello da sopportare se si seguissero le normative vigenti. Il risultato è che lo Stato non dà il giusto riconoscimento a chi invece opera ogni giorno per difenderlo». Eppure, quando i sindacati di categoria decidono di proclamare uno sciopero, occorre seguire le rigide regole imposte per chi eroga i cosiddetti servizi essenziali. «Un atteggiamento schizofrenico - conclude il sindacalista - che è alla base del disagio profondo in cui le guardie giurate e gli operatori fiduciari vivono. Sanno di essere importanti per la difesa di obiettivi sensibili, si sono fatti in quattro, durante il Covid, negli ospedali e nei luoghi a rischio, mettono passione e competenza per garantire la sicurezza di tutti noi. Ma per contropartita ricevono poco e nulla. Nemmeno un contratto decente che attendono da 2.588 giorni. Oltre sette anni».