PALAZZO MADAMA. Riforma elettorale, bocciato il doppio turno E ora prende di nuovo quota il Mattarellum
Doppio turno bocciato in Commissione al Senato. E mentre sembrano salire le quotazioni del "Mattarellum", il capo dello Stato scuote la testa, raccomandando ai partiti «un briciolo di responsabilità».È la sintesi estrema di una giornata che poteva essere decisiva sul fronte della riforma della legge elettorale e che, invece, si è chiusa con un nuovo rinvio. Perché alla bocciatura della mozione del Pd, Sc e Sel favorevole al doppio turno di coalizione è seguita una pausa di riflessione: il voto sulla mozione della Lega (pro-Mattarellum) e su quella dei 5 Stelle (per un sistema proporzionale con preferenze) è stato rinviato, su richiesta del Pd, alla settimana prossima. Il rinvio, però, non è un cattivo segnale. Perché attesta la volontà, almeno, di evitare il muro contro muro con bocciature incrociate. Anche il fatto che il Pdl abbia rinunciato a presentare una sua proposta viene letto come un’apertura verso l’inizio di una trattativa vera e propria.
Nel borsino del Senato intanto riprende quota il Mattarellum, almeno come base da cui lavorare. A favore la Lega, ma anche – dopo la bocciatura del doppio turno – Scelta Civica e Sel. Roberto Calderoli, l’autore del Porcellum, profetizza: «Il Pdl non è contrario al Mattarellum, ma al meccanismo dello scorporo e alle liste civetta. Se si modificano questi due aspetti, è fatta. E a questo punto se rimarrà il Porcellum la responsabilità sarà tutta del Pd».
La giornata, in attesa dell’appuntamento di ieri pomeriggio, era cominciata con un ennesimo appello del capo dello Stato, che in mattinata aveva ricevuto Letta: «So che oggi c’è una riunione della commissione Affari Costituzionali al Senato e – aveva detto il presidente ai giornalisti – e la discussione non è finita. Non si è gettata la spugna... Poi, certo, bisogna vedere gli esiti di questa riunione. Servirebbe un briciolo si senso di responsabilità». Nessun commento, invece, sulla possibilità di un decreto legge: «Dovete chiederlo al governo», è stata la sua risposta. Su questo argomento è invece intervenuto il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, per precisare: «La legge elettorale è materia parlamentare e un decreto, a meno che non sia il Parlamento a chiederlo, ha dei grandi problemi di ordine sistemico sia in relazione al rapporto tra governo e Parlamento, sia per quanto riguarda i presupposti di necessità e urgenza». Ma ha aggiunto: «Ddl e decreto sono cose diverse. Non chiudo la porta al ddl». Nel primo pomeriggio la riunione del gruppo dei senatori del Pd ha confermato la scelta di votare, insieme a Scelta Civica e Sel, la mozione per il doppio turno. Ma il risultato del voto in Commissione li ha gelati. Per il capogruppo del Pd Luigi Zanda c’è ancora lo spazio per rilanciare il doppio turno. Non per Donato Bruno, relatore della legge elettorale per il Pdl, che si augura «che il doppio turno ora sia definitivamente archiviato». Protesta Roberto Giachetti (Pd), che continua lo sciopero della fame.