Economia

Scenari. Il paradosso dell'auto: vendere meno termiche per evitare le multe

Alberto Caprotti sabato 26 ottobre 2024

Esiste qualcosa di peggio per chi produce un bene fisico ed è alla prese con un mercato al ribasso. Obbligarsi cioè a costruire il meno possibile di quel bene, augurandosi addirittura che pochi lo acquistino. È l’ultimo paradosso della “tempesta perfetta” che sta spettinando il mondo dell’automobile, alle prese con la rivoluzione più disastrata della storia economica europea. In assenza – al momento – di un ripensamento sulle scadenze fissate da parte del governo continentale, e con il mercato delle elettriche che non decolla, per rispettare i nuovi obiettivi di emissioni previsti dal 2025 ed evitare di dover pagare multe troppo salate, molti costruttori sono pronti a tagliare la produzione di vetture con motore termico, in modo da alzare artificialmente il mix tra i propulsori tradizioni e quelli 100% a batteria a favore di questi ultimi. La conseguenza immediata sarebbe rinunciare a 2,5 milioni di auto che potrebbero altrimenti essere vendute.

Il Gruppo Stellantis è il primo ad ammetterlo con chiarezza: lo ha fatto per bocca di Jean Philippe Imparato, ex ceo di Alfa Romeo, da pochi giorni responsabile dell’intero Gruppo per l’Europa in seguito al recente rimpasto del management. I tagli alla produzione potrebbero partire già dal 1 novembre. In un’intervista rilasciata ad Autonews durante il Salone di Parigi, Imparato ha spiegato che Stellantis dovrà raddoppiare la sua quota di veicoli elettrici, per arrivare al 25% richiesto dagli obiettivi del 2025. Ma se la domanda di vetture con questa propulsione rimarrà ai livelli attuali (4% in Italia, 14% in Europa), e non potendole svendere affossando il valore residuo di quelle in circolazione, l’unico modo per riuscirci è ridurre la disponibilità di auto con motore termico. «Considerato che già adesso produciamo solo le auto effettivamente ordinate, costruiremo solo le termiche necessarie per mantenere la percentuale di elettriche al livello richiesto», ha precisato il manager, sottolineando che l’arrivo della cinese Leapmotor in Europa servirà ad aumentare la percentuale di elettriche di Stellantis che detiene il 21% di quel marchio. Imparato ha specificato che gli obiettivi di vendita di elettriche saranno calibrati sulla base delle percentuali di immatricolazioni delle elettriche nei diversi mercati. Il Gruppo aumenterà inoltre gli incentivi interni per i modelli a batteria, ha concluso Imparato, senza specificare cifre o modalità di erogazione.

L’Unione Europea ha imposto il raggiungimento nel 2025 di una quota di elettriche media compresa tra il 20 e il 25%, con un obiettivo di emissioni per le auto nuove non superiore ai 95 g/km di CO2. Attualmente siamo al 14,4% di elettriche, con emissioni medie pari a 106,6 g/km. Ogni grammo in eccesso da gennaio costerà ai costruttori 95 euro per ogni auto venduta oltre questa soglia. Secondo quanto affermato dal Ceo di Renault, Luca de Meo, i costruttori rischiano sanzioni per circa 15 miliardi di euro (10 secondo altri analisti). Per questo alcune Case, come BMW e lo stesso Gruppo Renault, chiedono da mesi di rivedere le norme per le emissioni di CO2, o di rinviarne l’applicazione; mentre altre, come Stellantis, si oppongono a questa ipotesi.

Nubi sempre più dense si affollano dunque sulle prospettive di occupazione dell’automotive in generale e di Stellantis in particolare. Dal 2020 a oggi, il comparto europeo dei produttori di componentistica per l’auto ha perso circa 86 mila posti di lavoro, di cui il 60% (52 mila) solo in Germania. L’allarme è della Clepa, l’associazione di rappresentanza dei fornitori del settore automotive. La sua ricerca fornisce diversi altri numeri sull’attuale momento di difficoltà e sulle diverse cause, tra cui il calo della domanda, il rincaro dei costi produttivi e i ritardi degli investimenti nelle nuove tecnologie. Solo nei primi mesi del 2024, è stato annunciato il taglio di altri 32 mila lavoratori. Tale dato è superiore ai 29 mila comunicati nel secondo semestre del 2020, il “periodo peggiore della pandemia”, e preannuncia il probabile peggioramento della situazione sul piano occupazionale.

Durante l’evento di presentazione della Rally 4, tenutosi ieri a Balocco, il Ceo di Lancia, Luca Napolitano, ha però confermato che la prossima vettura del rinascimento di Lancia, la Lancia Gamma elettrica, disegnata, progettata e sviluppata in Italia, sarà prodotta nello stabilimento di Melfi, segnando il ritorno del marchio in questo impianto dove la seconda generazione della Ypsilon è stata costruita con successo tra il 1995 e il 2003.