Ricerca. Generazione Proteo, ecco come cambiano i giovani
Siamo appena agli inizi, ma il professore Nicola Ferrigni, sociologo, docente alla Link Campus University e direttore dell'Osservatorio "Generazione Proteo", è convinto che la nuova ricerca sui giovani riserverà qualche sorpresa. «Abbiamo iniziato la discussione in alcuni licei e istituti tecnici di Roma, Bari, Varese e Latina - spiega -. Un confronto interessante su diversi temi. Quest'anno ha avuto grande presa quello sul lavoro. Che non è più la ricerca del posto fisso. I ragazzi e le ragazze concepiscono l'attività lavorativa come creatività. Non vogliono solo una formazione adeguata, ma gli strumenti adatti per creare opportunità e mettere a frutto le loro passioni. Inoltre la nuova generazione vive un presente continuo: non esiste una variabile temporale. Soltanto a marzo saremo in grado di rielaborare i dati della ricerca».
Spunti interessanti per capire meglio le nuove generazioni, il rapporto con il mondo accademico e quello delle imprese. A maggio 2018 il Libro Bianco ha sintetizzato cinque anni di attività dell’Osservatorio “Generazione Proteo” della Link Campus University, con l’obiettivo di offrire alle istituzioni uno strumento di conoscenza delle più profonde e nascoste sfumature dell’universo giovanile. Cinque anni di interviste a 70mila studenti (17-19enni) e la singolare esperienza della “due giorni” di #ProteoBrains2017 - che verrà ripetuta anche quest'anno - hanno offerto una fotografia appassionata e approfondita dei giovani e del loro rapporto con la politica e il lavoro, la scuola e la famiglia, gli stili di vita e i modelli culturali, il bullismo e il cyberbullismo, i consumi e lo sport, la moda e le tecnologie, i media e la religione, la giustizia e la privacy, l’immigrazione e il terrorismo.
Un racconto intenso e vissuto, nato dalla collaborazione con gli istituti scolastici che aderiscono alla “Rete Proteo” creata dalla Link Campus University, per testimoniare che la reale conoscenza dell’universo giovanile passa attraverso l’imprescindibile e autentico dialogo tra scuola e Università.
«La ricerca precedente – conclude Ferrigni – ha confermato il permanere di un disallineamento tra il mondo adulto e i giovani, cui tuttavia questi ultimi rispondono rivelando un inarrestabile desiderio di reazione, che abbiamo sintetizzato nella definizione di “giovani re-attori”. Tuttavia, nel loro candidarsi ad attori protagonisti del presente, i nostri giovani hanno bisogno di essere legittimati in questo ruolo dal mondo adulto e dalle istituzioni. La generazione dei re-attori ci ha lanciato un assist e sta a noi, mondo adulto, scegliere se sostenere o meno la sua candidatura. Ma con la consapevolezza che, in assenza di un tempestivo riscontro, i giovani sceglierebbero, se potessero, di vivere un’altra epoca o di nascere in un altro Paese».