Pubblicità. Le auto come le sigarette: in Francia andranno sconsigliate
"L’automobile nuoce gravemente alla salute". Potrebbe essere uguale al messaggio che accompagna la vendita delle sigarette quello che riguarderà la pubblicità delle auto in Francia, a partire dall'1 marzo prossimo. La novità, che conferma l'accanimento contro la mobilità a motore di chi non è però in grado di proporre soluzioni alternative praticabili ed efficaci, è il frutto di una recente disposizione del ministero della Transizione ecologica parigino, secondo la quale gli spot dovranno essere obbligatoriamente accompagnati dallo slogan "Se déplacer, moins polluer" ("Spostarsi, inquinando di meno") e dall'indicazione della classe di emissioni di CO2 della vettura. I costruttori insomma dovranno adeguare le loro pubblicità, come già accadde dal 2007 per alcuni prodotti alimentari e le bevande ricche di zuccheri. Entro due mesi, le Case dovranno aggiungere ai loro messaggi suggerimenti come: "Per i brevi percorsi, privilegiate la camminata o la bicicletta", "Pensate a utilizzare vetture condivise", "Nella vita quotidiana, usate i mezzi pubblici". La norma si applicherà a qualsiasi tipo di promozione, diffusa mediante radio, televisione, internet, cinema, schermi, tabelloni e sulla carta stampata: ai trasgressori, dopo una prima messa in mora, potrà essere comminata una sanzione di 50 mila euro per ogni annuncio diffuso senza le indicazioni previste.
Ma c'è di più. Dopo diversi mesi di revisione e a seguito del lavoro di un comitato misto conclusivo, i deputati e i senatori del Governo francese hanno adottato definitivamente il disegno di legge "Climate & Resilience". Tra le molte novità che riguardano l'ambiente all'articolo 4 è stato deciso lo stop - dalla seconda metà del 2022 - della pubblicità per i combustibili fossili, cioè benzina, gasolio e altri derivati di origine estrattiva come il metano. A questo primo step seguirà dal 2028 anche il divieto di promuovere attraverso i canali pubblicitari i veicoli più inquinanti, che probabilmente - perché su questo punto non c'è ancora chiarezza - saranno quelli per cui è già stato deciso lo stop della vendita dopo il primo gennaio 2030. Cioè quelli che sono omologati, secondo gli standard WLTP, con emissioni di CO2 superiori a 123 g/km.
Queste decisioni - comunicate il 20 luglio da Ministero della Transizione Ecologica - stanno creando non poche preoccupazioni in Francia, non solo perché nel comparto della pubblicità i settori merceologici interessati rappresentano due veri colossi degli investimenti e quindi del fatturato dei media, ma anche perché finiranno per generare effetti collaterali egualmente rilevanti, ad esempio a livello di sponsorizzazioni. In realtà, l’ala più oltranzista degli ecologisti transalpini avrebbe voluto anche di più: il divieto totale della pubblicità di auto di ogni genere, incolpate di essere una delle principali fonti di emissioni di CO2 nel settore dei trasporti.
La normativa francese potrebbe presto essere adottata anche in altri Paesi europei. Milano, la cui amministrazione è da tempo impegnata in una crociata contro l’uso delle auto, già nel giugno del 2020 aveva emanato una delibera relativa alla sponsorizzazione degli spazi pubblici nella quale veniva vietata la promozione di tabacco e superalcolici, armi, materiale pornografico e a sfondo sessuale e, letteralmente, di "brand automobilistici non coerenti con le policy di sostenibilità ambientale promosse dal Comune". Un testo surreale, che metteva la promozione di un’auto "incoerente" (non si sa bene con che cosa) moralmente alla pari di quella di fotografie, video e film pornografici.