Accordo. Professioni sanitarie: il contratto rivoluziona incarichi e indennità
Il corridoio di un ospedale
«Un gran bel risultato. La firma dell’intesa è arrivata stanotte con il consenso di tutte le organizzazioni sindacali. L’accordo accresce diritti e tutele e porta un meritato incremento retributivo per tutto il personale del comparto sanità». Soddisfatto il ministro della Salute Roberto Speranza per il rinnovo del contratto che riguarda i 545mila dipendenti del Servizio sanitario nazionale: dagli infermieri ai radiologi alle ostetriche e moltissime altre figure della sanità pubblica. Un riconoscimento importante, da molti definito «dovuto», dopo due anni e mezzo di pandemia vissuti sempre in prima linea. Oltre a un aumento retributivo medio lordo mensile di 91 euro, è previsto un bonus fino a 20mila euro per diverse tipologie di incarichi. In particolare, «per i circa 270mila infermieri, c’è una valorizzazione con aumenti tra i 146 e i 170 euro al mese. È un passo avanti importante che indica la direzione giusta». Parla di una «stagione nuova per il riconoscimento del lavoro nella sanità pubblica del nostro Paese » il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.
Il contratto ha una vigenza 2019/2021, è finanziato con 241,6 milioni di euro ed è stato firmato da Aran e dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up. Varie le novità, oltre agli aumenti salariali. È innanzitutto prevista una riforma dell’ordinamento professionale e un nuovo sistema di classificazione che semplifica le responsabilità e le competenze. Vengono cioè superate le vecchie categorie e si introducono cinque aree: professionisti sanitari e funzionari, assistenti, operatori e personale di supporto. Gli incarichi dureranno cinque anni e possono essere di base, di media o di elevata complessità. Le indennità relative agli incarichi di media ed elevata complessità – cui si accederà tramite concorso pubblico – vanno dai 10mila ai 20mila euro. Inoltre si istituisce l’indennità di specificità infermieristica, l’indennità di tutela del malato per altri profili del ruolo sanitario ed una specifica indennità destinata al personale operante nei pronto soccorso. E ancora: si disciplina il lavoro a distanza e si migliorano le modalità di fruizione di permessi e congedi. Una nuova norma agevola inoltre la funzione genitoriale e introduce una priorità nell’impiego flessibile dei genitori di figli minori che lavorano e che sono entrambi turnisti, consentendo loro lo svolgimento di turni di servizio opposti. Infine, più mobilità: ogni anno gli enti sanitari dovranno mettere a bando i posti disponibili per i trasferimenti e dovranno privilegiare le domande per ricongiungimento del coniuge o per l’assistenza dei figli minori, inabili o dei genitori.