Economia

Ripresa. Il Pil può superare l'1%, ma la produzione industriale è ancora in calo

Redazione Economia lunedì 10 giugno 2024

Sebbene la produzione industriale continui a frenare e i consumi restino deboli, il Pil della nostra economia può crescere. Secondo l’analisi di Confcommercio: «Ci sono le condizioni affinché il Pil del 2024 possa superare l’1%» ha spiegato il direttore dell’Ufficio studi della confederazione, Mariano Bella nel presentare i dati dell’Osservatorio Terziario e lavoro. Nel contempo l’Istituto nazionale di statistica, l’Istat ha rilevato che la produzione industriale di aprile 2024 è scesa dell’1% sul mese precedente e del 2,9% su base annua.

Non si tratta né del primo, né di un calo episodico per l’industria nel nostro Paese: fatta eccezione per un aumento lievissimo +0,1% a febbraio 2024 si deve andare fino a dicembre 2023 per trovare un altro incremento su base mensile dell’1,1% a livello industriale che riguardò soprattutto la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+6,0%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+5,5%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,6%).
Tornando ad aprile 2024 l’indice complessivo ha registrato una flessione in termini tendenziali del 2,9%. Flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti: la riduzione è meno pronunciata per i beni intermedi (-2,1%) che includono, tra gli altri, la fabbricazione di prodotti chimici, la fabbricazione di metalli e prodotti in metallo, la fabbricazione di apparecchi elettrici, l’industria del legno, la fabbricazione di tessuti. Mentre risulta più rilevante la frenata produttiva per i beni strumentali (-3,1%), che includono la fabbricazione di macchine e motori, ma anche strumenti e apparecchi di misurazione e controllo e automobili, per l’energia (-3,6%) e i beni di consumo (-3,9%) tra cui mobili, motocicli, stereo e tivù.
I settori di attività economica che sono andati meglio sono stati soprattutto i prodotti farmaceutici (+4,4%), l’industria alimentare, le bevande e il tabacco (+2,1%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+1,4%). «Si può notare una doppia velocità tra i settori, l’industria continua a faticare e la fiducia nei suoi confronti è colpita negativamente, mentre vanno bene i servizi» ha osservato il direttore del Centro studi di Confcommercio. A garantire occupazione nel Paese sono il commercio, i trasporti, i servizi e il turismo: «è il terziario a trainare gran parte dell’occupazione, sfondando quota 50%». Tra il 1995 e il 2023 si registra un aumento di quasi 3,5 milioni di lavoratori nel comparto, passando da 9,1 milioni a 12,6 milioni (salendo così dal 40,3% al 50,5% del totale). E ancora, tra giugno 2019 e giugno 2023 sono stati stimati 2,6 milioni di lavoratori in più, di cui all’incirca 2 milioni, pari al 77,9% del totale, appartengono al terziario di mercato. La crescita, si legge nei dati dell’Osservatorio di Confcommercio, si compone per l’87% di lavoratori dipendenti e per il 13% di lavoratori indipendenti. Il 98,5% e il 75% rispettivamente degli indipendenti e dei dipendenti appartiene al terziario di mercato.
«Tuttavia mancano 170mila lavoratori, soprattutto nel comparto turistico, per mancanza di competenze specifiche. Dunque, servono più politiche attive, più formazione per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro» ha sottolineato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando i dati dell’Osservatorio Terziario e Lavoro della Confederazione.
I consumi ancora “fragili” rappresentano l’elemento di maggior preoccupazione. Ma, stando a Confcommercio, le prospettive dovrebbero essere migliori. «Nel prosieguo dell’anno – ha concluso il direttore del Centro studi di Confcommercio – pensiamo che, grazie alla sconfitta dell’inflazione, dovremmo recuperare ulteriore potere d’acquisto sui salari e quindi migliorare i consumi. E poi la riduzione degli investimenti in costruzioni dovrebbe essere compensata da un’accelerazione sugli investimenti pubblici e privati derivanti dal Pnrr».

I DATI SULLA PRODUZIONE INDUSTRIALE DELL'ISTAT

L'OSSERVATORIO TERZIARIO E LAVORO DI CONFCOMMERCIO