Economia

Istat. Produzione industriale a picco: a marzo crollo del 29%

Redazione Economia lunedì 11 maggio 2020

A marzo 2020, primo mese dell'emergenza da Covid 19, si registra un crollo della produzione industriale del 28,4% rispetto a febbraio. Nella media del primo trimestre dell'anno, il livello destagionalizzato della produzione diminuisce dell'8,4% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel complesso, sottolinea l'Istat diffondendo i dati, si tratta del calo peggiore dall'inizio delle serie storiche (1990). L'indice destagionalizzato mensile mostra marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti. Corretto per gli effetti di calendario, a marzo 2020 l'indice complessivo è diminuito in termini tendenziali del 29,3% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di marzo 2019). Il dato peggiore è quello dei mezzi di trasporto con un calo del 60,1% su febbraio e del 52,6% su marzo 2019. "Le condizioni della domanda e le misure di contenimento dell'epidemia di Covid-19 determinano un crollo della produzione industriale italiana" sottolinea l'Istat che parla di una diminuzione mai registrata prima, "superiore ai valori registrati nel corso della crisi del 2008-2009".

Tutti i principali settori di attività economica registrano flessioni tendenziali e congiunturali, in molti casi di intensità inedite: nella fabbricazione di mezzi di trasporto e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori la caduta congiunturale e tendenziale supera ampiamente il 50%. Relativamente meno accentuato è il calo nelle industrie alimentari, bevande e tabacco che, considerando la media degli ultimi tre mesi mantengono una dinamica tendenziale positiva.

L'indice destagionalizzato mensile mostra marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti; variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni strumentali (-39,9%), i beni intermedi (-27,3%), i beni di consumo (-27,2%) e l'energia (-10,1%). Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a marzo 2020 diminuzioni particolarmente accentuate in tutti i settori; pertanto variazioni negative si registrano per i beni strumentali (-39,0%), i beni intermedi (-28,7%), i beni di consumo (-26,2%) e l'energia (-10,5%). Tutti i principali settori di attività economica registrano variazioni tendenziali negative. Le più rilevanti sono quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-51,2%), della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-40,1%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37%) mentre il calo minore si registra nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-6,5%).