Economia

Privacy. Bruxelles ha bocciato Facebook a pagamento

Giovanni Maria Del Re lunedì 1 luglio 2024

La nuova opzione su Facebook e Instagram tra pagare o accettare pubblicità personalizzate sulla base dei propri dati viola le regole del nuovo regolamento sul Mercato Digitale (Dma). Sono le conclusioni preliminari cui è giunta la Commissione Europea nel quadro di un’indagine su Meta, la casa madre dei due celebri social network.

Dal novembre 2023 il colosso Usa fondato da Mark Zuckerberg applica il modello pubblicitario “pay or consent” (paga o accetta), per cui gli utenti di Facebook e Instagram hanno due possibilità: o pagare un abbonamento, o consentire che i loro dati personali siano utilizzati per pubblicità mirate. Un’opzione, scrive la Commissione in una nota, che «non rispetta il Dma», in quanto «questa scelta binaria obbliga gli utenti a consentire alla combinazione dei loro dati personali e non dà la possibilità di una versione dei social network di Meta meno personalizzata ma equivalente».

In effetti, spiega Bruxelles, la normativa prevede che «i gatekeeper (e cioè i “guardiani dei cancelli”, vale a dire le più grandi società del Web, da Google a Apple, a Microsoft fino a Meta, con doveri aggiuntivi ndr) debbano richiedere il consenso per combinare i loro dati personali tra servizi della piattaforma e altri servizi, e se un utente rifiuta tale consenso, deve avere accesso a un’alternativa meno personalizzata ma equivalente. I gatekeeper non possono condizionare l’utilizzo del servizio o di certe funzionalità al consenso dell’utente». Per rispettare il Dma, avverte Bruxelles, «gli utenti che non dànno il consenso devono continuare ad avere accesso a un servizio equivalente che usi meno loro dati personale, in questo caso per la personalizzazione della pubblicità». Per ora è solo una conclusione provvisoria, la Commissione presenterà la sua decisione finale entro marzo 2025. Le multe possono esser salate, arrivando fino al 10% del fatturato mondiale della società, o fino al 20% in caso di persistenza. In casi estremi Bruxelles può ordinare la cessione di attività o vietare fusioni.

Meta, intanto, ha risposto ai rilievi. «Il modello di abbonamento senza pubblicità – ha dichiarato un portavoce – è in linea con le direttive della più alta Corte europea ed è conforme al Dma. Siamo aperti ad un dialogo costruttivo con la Commissione Europea per portare a termine questa indagine».