Previsioni. Ecco i lavori "sostenibili" più ricercati
Le aziende ricercano professionisti della sostenibilità
Da dieci anni ormai sentiamo parlare di blue economy, un modello di economia a livello globale che mira alla creazione di un ecosistema sostenibile, che ben si differenzia dalla nota green economy. L'obiettivo dell'economia blu – sviluppata dall’imprenditore Gunter Pauli – non è di investire di più nella tutela dell'ambiente ma, grazie alle innovazioni in tutti i settori dell'economia che utilizzano sostanze già presenti in natura, di effettuare minori investimenti, creare più posti di lavoro e ottenere un ricavo maggiore. Tra i profili più ricercati: bio architetto, informatico ambientale, mobility manager, esperto gestione energia (Ege), installatore di reti elettriche a migliore efficienza, installatore di impianti di condizionamento a basso impatto ambientale, avvocato green, contabile green.
«La blue economy – dichiara Davide Boati, Executive Director di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale qualificato – può essere considerata un’evoluzione della green economy e ha un obiettivo preciso: arrivare a zero emissioni di CO2. Questo si traduce anche un aumento del 50% di richieste, da parte delle aziende, di professionisti che abbiano notevoli competenze tecniche, ma anche dimostrino anche grande attenzione alla sostenibilità. Non per tutti questi profili esistono al momento scuole di formazione specifiche, ma da una nostra analisi emerge un quadro molto chiaro: tra pochi anni vi sarà uno sviluppo sempre maggiore di queste nuove tipologie di profili che, già in questo momento, hanno grandi opportunità professionali».
Green job, un settore in costante crescita negli ultimi tre anni. Nel 2018 c’erano tre milioni e 100mila circa in questo settore, con un tasso di crescita del 20% in meno di due anni. Oggi, i lavoratori verdi rappresentano il 15% degli occupati complessivi. La domanda di green jobs è in costante forte crescita: 520.000 risorse solo nel 2019. «I green job in Italia – aggiunge Boati – sono caratterizzati da un elevato livello dei titoli di studio richiesti: in un caso su tre (35,2%) si richiede un livello d’istruzione universitario. Dai professionisti verdi le imprese si aspettano non solo formazione più elevata, ma anche un’esperienza specifica in quell’ambito. Resta sempre molto complesso il processo di reperimento e di on-boarding di queste figure per circa il 40% delle aziende che lamentano difficoltà ad identificare ed assumere profilo giusto». Le retribuzioni per questi professionisti sono molto interessanti: si collocano tra i 40mila e i 60mila euro. Nella maggior parte dei casi operano all’interno di contesti aziendali di medie e grandi dimensioni, in Italia e all’estero. La ricerca di questi profili è particolarmente concentrata nelle regioni del Centro-nord Italia, in particolare Lombardia ed Emilia-Romagna.