Economia

Tendenze. Sono 29mila i posti disponibili, ma nessuno li cerca

mercoledì 1 luglio 2015
Sono 29mila i posti di lavoro disponibili, nel solo primo trimestre del 2015, che le aziende offrono, ma che nessuno cerca. Questi i dati raccolti da un sondaggio fatto presso gli iscritti all'Ordine dei consulenti del lavoro, che in sostanza confermano la tendenza riscontrata nell'indagine avvenuta ad agosto 2014.Secondo un approfondimento della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro, il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni è ai massimi storici dal 1970, con percentuali che superano i 40 punti; tre milioni sono i disoccupati e più in generale gli inattivi dal lavoro sono circa il 73% nella fascia d'età tra i 15 e 24 anni. Eppure, nonostante i numeri disastrosi che descrivono il sistema lavoro in generale, sostengono i consulenti, il lavoro non sembra mancare, soprattutto per quei mestieri da svolgere manualmente: i cosiddetti 'posti in piedi'.Tracciando un quadro di quali siano i lavori ricercati, nel corso del 2014, emerge che le pizzerie, i panifici, le gelaterie e le pasticcerie hanno avuto sempre più difficoltà nel trovare nuovi dipendenti.La difficoltà di reperire personale esperto nel settore ha costretto i gestori ad 'accontentarsi' di assumere del personale non qualificato e a fornire formazione adeguata, con conseguente dispendio di fondi, si sottolinea, in modo da riallineare le competenze del dipendente a quelle necessarie per garantire l'idonea qualità nell'offerta aziendale.Diversa, invece, la situazione nel settore agricolo dove si assiste a un duplice fenomeno: da un lato, nei primi mesi del 2015 è aumentato il numero di aziende agricole guidate da giovani under 30 e sono emerse nuove figure legate al 'made in' (sommelier, birraio a chilometri zero, affinatore di formaggi, food blogger, idro-geologo, climatologo); dall'altro, a contrasto di questo positivo fenomeno, però, vi sono i dati legati alla difficoltà di reperire lavoratori meno specializzati, come i raccoglitori stagionali di frutta e ortaggi (40% dei posti sono rimasti vacanti) o i trebbiatori, mungitori e tagliatori di pellame.Insomma, concludono i consulenti del lavoro, "una serie di dati che vanno in controtendenza alla crisi di occupazione che investe la nostra nazione; se da un lato il non lavoro sta diventando sintomatico, dall'altro non esistono disoccupati specializzati e quindi bisogna puntare su una formazione mirata a ciò che le aziende effettivamente richiedono".