Economia

Slitta il piano Caio. Poste, quotidiani ancora a casa tutti i giorni

(P.V.) giovedì 1 ottobre 2015
Almeno fino al 31 dicembre (e probabilmente oltre), le Poste Italiane recapiteranno i giornali anche nei comuni dove, secondo il piano Caio, avrebbe dovuto scattare da ieri la consegna a giorni alterni. La notizia è stata confermata ad "Avvenire" da una fonte interna e ha suscitato la «soddisfazione» della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc). Questi ultimi, di fronte alla sospensione del piano, ringraziano il governo che «ha ascoltato quanto da noi chiesto giovedì della scorsa settimana con una lettera inviata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, ai vertici di Poste Italiane e al presidente dell’Agcom – ha dichiarato il presidente Francesco Zanotti all’Agenzia Sir –. Avevamo domandato la sospensione immediata del Piano che prevede la consegna della posta non solo a giorni alterni, ma in realtà a scacchiera. Ora, si può ragionare con più calma con tutte le parti in causa. Resta vero che quello postale è un servizio essenziale, un bene comune, da garantire a tutti i cittadini, come previsto anche da una direttiva dell’Unione europea, vincolante per gli Stati membri. Inoltre, con la consegna della posta a singhiozzo viene meno la libertà per tutti i cittadini d’informarsi, tenuto conto del grave pregiudizio che si arrecherebbe a quelle pubblicazioni quotidiane e settimanali diffuse tramite abbonamento». La consegna a giorni alterni – subito contestata da "Avvenire" per le sue conseguenze sociali e sul mondo dell’informazione, documentate con un’ampia inchiesta – rientrava tra le economie promesse agli investitori, in vista della privatizzazione della società e proprio per scongiurare tali tagli, il governo aveva promesso a Poste Italiane un rimborso supplementare, oltre il contributo che copre il servizio universale di recapito. Adesso la Fisc invita a «ragionare con pacatezza. Non possiamo assecondare discriminazioni tra cittadini, anche e soprattutto per quanto attiene la libertà d’informazione». Nessuna reazione dall’Agcom, che aveva a sua volta approvato il piano Caio chiedendo a Poste italiane di «formulare una proposta specifica e migliorativa» per la stampa.