Economia

ENERGIA E LAVORO. Porto Empedocle, via libera al rigassificatore

mercoledì 20 luglio 2011
Il Consiglio di Stato (sesta sezione) ha accolto il ricorso di Enel contro lo stop alla realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle. Il testo del dispositivo della sentenza recita che il Consiglio ha accolto "in sede giurisdizionale gli appelli principali". L'Enel si era appellata contro la sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio, che nel 2010 fermava la realizzazione del rigassificatore di gas naturale liquefatto nel Comune siciliano.800 MILIONI DI INVESTIMENTIOttocento milioni di investimenti e 50 mln in opere compensative per un'opera che Enel considera strategica. Il rigassificatore di Porto Empedocle, con il via libera di oggi del Consiglio di Stato, può entrare nella fase di realizzazione. Il progetto, sviluppato tramite la società di scopo Nuove Energie (90% Enel e 10% Gruppo Siderurgica Investimenti), consiste nella realizzazione di un terminale di rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL) all'interno dell'area del porto.Il terminal ha una capacità di 8 Miliardi di metri cubi/anno, con, unico in Europa, due serbatoi interrati da 160.000 m3. L'investimento previsto è di oltre 800 milioni di euro, con lavori che dureranno 54 mesi e un massimo di 900 persone impiegate nel cantiere. In esercizio il rigassificatore darà lavoro a 120 persone, 200 con l'indotto. Ammonta invece a 50 mln il pacchetto dimisure compensative a favore del territorio, messe nero su bianco nel decreto autorizzativo e mirate allo sviluppo dell'area: un contributo economico in fase di cantiere, la realizzazione di una banchina per le navi da crociera a Porto Empedocle per rilanciare il turismo internazionale nell'area, l'allestimento del Museo del Mare nella torre Carlo Quinto, la riqualificazione del sistema di illuminazione nella Valle dei Templi e la Conversione a gas della centrale termoelettrica esistente, all'entrata in esercizio del terminale. Nuove Energie e la Prefettura di Agrigento hanno anche firmato un Protocollo di legalità con l'obiettivo di evitare infiltrazioni mafiose in fase di costruzione e di gestione impianto, protocollo condiviso con Istituzioni, Confindustria e Sindacati.