Mercato del lavoro. Più spazio al merito al tempo del Coronavirus
Un disoccupato consulta le offerte di lavoro in un Centro per l'impiego
Questo 2020 ci sta mettendo alla prova su più fronti. A questa situazione, a cui nonostante tutto siamo riusciti ad abituarci per necessità, si somma un’incertezza diffusa sul proprio futuro, sia economico che lavorativo. Una tematica molto delicata, dal momento che nessuno è in grado di prevedere con esattezza quali siano gli scenari che ci attendono nei prossimi mesi. Il mondo è più che mai in rapido mutamento e, come sappiamo, la situazione occupazionale in Italia non era tra le più floride neanche prima del diffondersi del Covid-19. Per il nostro Paese si prospetta quindi una sfida ancor più impegnativa nel far combaciare, per quanto possibile, domanda e offerta nel mercato del lavoro.
Come hanno trovato lavoro finora gli italiani? Al riguardo è molto interessante osservare i dati di un rapporto Inapp sull’argomento. Parenti e amici sono ancora il principale canale per trovare un lavoro in Italia. Un terzo degli occupati dichiara di aver ottenuto il proprio impiego grazie all’intervento diretto delle reti informali di familiari e conoscenti. Considerandola più ampia dimensione degli aiuti indiretti durante la fase di ricerca del lavoro, tali reti vengono coinvolte nel 60% dei casi. I servizi per il lavoro, pubblici e privati, svolgono un ruolo di intermediazione diretta molto contenuto. Solo il 3,4% degli occupati ha trovato lavoro attraverso i Centri per l’impiego (Cpi) e il 5,6% mediante le Agenzie per il lavoro interinale (Apl).Tuttavia la funzione di Cpi e Apl è ben più rilevante nell’intermediazione indiretta: tra gli occupati, il 33% si è avvalso degli operatori pubblici mentre cercava lavoro e il 30% ha avuto il supporto delle Apl. Sono quindi le relazioni personali a farla da padrone. Ma non sempre si hanno dei contatti influenti a disposizione e anche da questo nasce spesso la frustrazione di tante brillanti risorse che non hanno gli strumenti giusti per farsi notare.
È quindi senza speranza chi sogna un mercato del lavoro più meritocratico? Forse no, anzi, sembrerebbe che qualcosa stia cambiando. Complice la rapida evoluzione digitale e il cambio di abitudini dettato dall’emergenza sanitaria, in questi mesi il sito Applavoro.it sta riscontrando un fortissimo incremento di utenti, registrando una crescita di iscrizioni pari al 67,27% rispetto ai mesi precedenti. Uno dei suoi punti di forza è proprio la possibilità di offrire al mercato del lavoro uno strumento più meritocratico, grazie alla possibilità di attribuire punteggi e ricevere vere e proprie recensioni da colleghi, ex colleghi, datori di lavoro attuali o passati, e da coloro con cui si è entrati in contatto, quindi anche clienti. I candidati vengono così visualizzati in base a un ranking determinato dalla somma dei voti ricevuti, dando la possibilità ai più validi di essere notati per primi, agevolando anche il lavoro delle aziende nella ricerca del personale. Che sia l’inizio della rivoluzione meritocratica?