Economia

Sviluppo sostenibile. Più occupati e nuove professioni dalle fonti rinnovabili

Maurizio Carucci lunedì 9 gennaio 2023

La crisi spinge la corsa alle rinnovabili

Secondo Renewables 2022, l’ultima edizione del rapporto annuale di Iea, l'Agenzia internazionale dell’energia, le preoccupazioni per la sicurezza energetica causate dall’invasione russa dell’Ucraina motivano i Paesi a rivolgersi sempre più a fonti rinnovabili come il solare e l’eolico per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili importati, i cui prezzi sono aumentati
drasticamente. Le fonti rinnovabili dovrebbero crescere di quasi 2.400 GW nei prossimi cinque anni, al punto da coprire il 90% di tutta la capacità elettrica aggiunta a livello mondiale, con un’accelerazione dell’85% rispetto al quinquennio precedente. E un rialzo di quasi il 30% sulle previsioni Iea dello scorso anno. Nel 2021 le rinnovabili elettriche occupano in Italia circa 14mila persone tra diretti e indiretti (e quelle termiche circa 29mila). Questi sono solo alcuni dei dati che emergono da un resoconto elaborato dal Gse-Gestore servizi energetici, dal titolo Monitoraggio degli impatti economici e occupazionali delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. I dati sugli occupati mostrano un incremento di circa 7mila unità tra il 2013 e il 2021, a seguito del progressiva diffusione degli impianti per la produzione di energia elettrica da rinnovabili. Una ricerca del Censis commissionata da Assosomm, l’Associazione italiana delle Agenzie per il lavoro, evidenzia che nei prossimi 3-4 anni si aprirà uno scenario che potrebbe offrire oltre 150mila nuovi posti nel settore delle energie rinnovabili. Queste, nello specifico, le figure professionali più ricercate nell’immediato futuro:

Settore fotovoltaico:

Settore eolico:

Non dimentichiamoci poi dei professionisti con competenze trasversali:

Si aggiungono poi le figure professionali legate al risparmio energetico, primi fra tutti i manutentori e gli installatori di impianti per il riscaldamento e il condizionamento a bassi consumi.

Purtroppo l'analisi trimestrale dell'Enea-Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile mostra «segnali di criticità» per il sistema energetico italiano e registra un forte peggioramento dell'indice della transizione energetica Ispred, che aggiorna i minimi storici in un anno segnato dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni sui mercati dell'energia. I consumi di energia risultano fermi, nei primi nove mesi dell'anno e sono previsti in calo dell'1,5% nell'intero 2022, a fronte di prezzi superiori di oltre cinque volte alla media decennale. I minori consumi non si traducono in un calo delle emissioni di anidride carbonica ma, al contrario, queste continuano a crescere del 6%, dopo il +9% del 2021. Pesa il forte aumento dei consumi di petrolio (+8%) e carbone (che crescono del 47% e a fine anno saranno vicini ai livelli del 2018). Incide inoltre una contrazione della produzione delle energie rinnovabili, che raggiunge l'11% tra gennaio e settembre. La siccità affossa la produzione idroelettrica (-38%) e l'aumento del 9% di eolico e solare non è sufficiente a compensare il crollo. L'Enea indica che «non è mai stato così lontano» l'obiettivo europeo al 2030 di riduzione delle emissioni del 55%. Richiederebbe una riduzione media annua di oltre il 6% per i prossimi otto anni. Per accelerare la transizione, il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin sottolinea che il decreto Fer 2 consentirà di finanziare 4.590 Megawatt di impianti innovativi dal geotermico all'eolico offshore. Atteso anche il decreto attuativo sulle aree idonee alla produzione da fonti
rinnovabili e l'assenso di Bruxelles per trasformare in sovvenzioni i prestiti per le comunità energetiche previsti dal Pnrr.

Le previsioni sull'occupazione nel settore energetico

Da qui al 2030 le energie rinnovabili possono generare 126 miliardi di euro di investimenti e un milione di posti di lavoro. È quanto emerge dal Libro Bianco Per uno sviluppo efficiente delle fonti rinnovabili al 2030 realizzato da Confindustria, con la collaborazione di Ernst&Young e Rse. Secondo il rapporto gli investimenti cumulati al 2030 per raggiungere i nuovi obiettivi sulle fonti rinnovabili sono stimabili fino a circa 68 miliardi di euro nel settore elettrico e in 58 miliardi nel settore termico, senza contare la grande domanda di investimenti legata alla mobilità sostenibile. Tra l'altro, con il via libera definitivo al Senato è diventato legge il dl Energia (Dl 17 del 2022) e si sono moltiplicate le misure a favore dello sviluppo degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. In particolare, qualsiasi sia la modalità di installazione, il fotovoltaico installato sugli edifici – e con alcune riserve per diverse tipologie di aree industriali e agricole – insieme alle opere funzionali alla connessione alla rete elettrica, non è soggetto a permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso. La scelta del legislatore, però, non ha ancora permesso uno snellimento che si sia tradotto in realtà operativa per molte delle aziende operanti nel comparto degli impianti utility scale. «Il settore – precisa Silvia Movio, director della divisione Tecnica di Hunters – è in grande fermento e dal nostro Osservatorio vediamo una crescita del 18% rispetto al 2021 di professionisti con spiccate competenze tecniche che siano in grado di seguire tutte le fasi di sviluppo dei nuovi progetti e nella conseguente realizzazione e attivazione dei vari impianti. La mancata chiarezza in termini legislativi, però, ha una ricaduta molto forte sul tema del personale da due punti di vista essenziali: il primo è legato alla pianificazione di nuove assunzioni, il secondo, invece, alla definizione di target e obiettivi delle figure presenti in azienda, che se connessi al buon fine dei progetti rischiano di demotivarsi e trovare minor spazio di crescita». I profili a oggi più ricercati provengono da ambiti molto vicini al fotovoltaico e sono per esempio: i business developer, i technical operation energy e gli asset manager. Sono molto interessanti, per le aziende, anche i candidati che si occupano di sviluppo nel settore immobiliare, soprattutto legato alle grandi superfici. Sono profili che solitamente crescono in multinazionali e che si assumono responsabilità importanti già nei primi anni di carriera. Questa tipologia di professionisti – che ha una profonda conoscenza del territorio e degli enti, oltre che delle complessità legate allo sviluppo – hanno ottime opportunità anche nel settore delle energie rinnovabili. Secondo il Rapporto Sud di Utilitalia e Svimez, nelle regioni del Sud inoltre – e in particolare in Sicilia, in Puglia e in Basilicata – è presente il maggior potenziale di sviluppo delle rinnovabili da solare ed eolico d’Italia. A oggi la produzione di energia rinnovabile da queste fonti, al Sud Italia, è pari a circa il 30% della produzione nazionale (dati Terna): un valore che può crescere sensibilmente, contribuendo al raggiungimento dei target previsti dalla normativa europea. Per ogni euro di produzione realizzata nel Sud da parte delle utilities esaminate nel Rapporto se ne attivano, in Italia, circa 2,2. Il comparto può dunque contribuire in maniera importante al rilancio economico del Meridione, anche dal punto di vista dell’impatto occupazionale diretto e indiretto: per ogni milione di euro di produzione realizzata si creano dai sette ai dieci posti. Falck Renewables, invece, in un documento (Il ruolo della supply chain locale nello sviluppo di impianti marini galleggianti per la produzione di energia eolica) scritto da Ksenia Balanda, Angela Ariatti, Lorraine Monaghan e Camilla Dissegna, evidenzia la necessità di investimenti e sviluppo nella supply chain valutando l'impatto positivo dell’eolico marino galleggiante sulla creazione di posti di lavoro sul territorio. Si stima che un progetto di eolico marino galleggiante da un GW (in grado di produrre 3,4 TWh all’anno di energia, soddisfacendo il fabbisogno di circa 960mila famiglie) creerà circa 1.200 posti di lavoro annui, tra produzione e costruzione dell’impianto. Infine, Confcooperative ed Enea sottoscrivono un protocollo d'intesa per promuovere la costituzione e la diffusione di comunità energetiche rinnovabili, mettere a punto strumenti di analisi tecnico-economica e di gestione, realizzare percorsi formativi e di informazione sulle norme nazionali e comunitarie per cogliere le opportunità offerte dalle misure di sostegno.





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