Economia

MERCATI FINANZIARI. Borse in sofferenza Milano la peggiore: -3,3%

mercoledì 27 luglio 2011
Nuova giornata di tensioni sui mercati. I timori per un contagio della crisi greca e il rischio di un imminente default degli Usa trascinano ancora al ribasso le Borse europee e Milano si conferma la peggiore del Vecchio continente con una flessione del 3,33%. In Europa le vendite si concentrano su bancari, auto e assicurativi. A Piazza Affari Intesa Sanpaolo cede il 6,16%, Ubi Banca arretra del 6,03% e Unicredit lascia sul terreno il 5,63%. Fiat perde il 4,11%. Tra le piazze europee, Londra segna una flessione dello 1,41%, Francoforte 1,68%, Parigi dello 1,84% e Madrid dell'2,32%. L'euro scende ai minimi di giornata sotto 1,44 dollari.I deludenti dati Usa spingono in rosso anche Wall Street. E continua la corsa ai beni rifugio: l'oro spot tocca un nuovo record a 1.628 dollari l'oncia. Il Tesoro ha collocato all'asta 942,4 milioni di euro di Btp decennali, con un rendimento del 4,07% (+1,56% rispetto all'asta precedente). Buona la domanda, che è stata pari a 1,59 miliardi. Lo spread di rendimento tra il Btp decennale italiano e il Bund tedesco, termometro della fiducia dei mercati, è salito sopra quota 300 punti, dopo che il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, ha precisato che l'Efsf, il fondo di salvataggio europeo, non avrà carta bianca per l'acquisto di bond governativi sul mercato secondario e dovrà intervenire solo in circostanze eccezionali e previa autorizzazione della Bce. Il differenziale di rendimento dei decennali italiani ha toccato un massimo di 313 punti per poi ripiegare. In rialzo a 341 punti anche lo spread del decennale spagnolo. Il rendimento dei decennali italiani è salito al 5,74%, mentre quello dei decennali spagnoli è al 6,10%.Intanto restano in stallo le trattative per l'aumento del tetto del debito americano. La Camera Usa ha fatto slittare fino a giovedì il voto sul piano repubblicano, perché l'ufficio bilancio del Congresso ha dimostrato che la proposta per ridurre il deficit non raggiungerebbe l'obiettivo dei 1.200 miliardi di risparmio. E perché lo Speaker della Camera, il repubblicano, John Boehner teme che l'ala estremista del Tea party, la destra del suo partito, non voti compatta per la proposta. Cresce dunque l'ansia tra gli investitori e il popolo statunitense che vedono allontanarsi l'ipotesi di un compromesso. A meno di una settimana dalla scadenza del 2 agosto, i leader repubblicani e democratici, profondamente divisi, ancora stentano a trovare un terreno comune di intesa.Il piano di Beohner si oppone a quello del leader della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid. La Casa Bianca ha fatto sapere che si sta lavorando «a un piano B», ossia un piano di riserva che il presidente Barack Obama starebbe mettendo a punto con i membri del Congresso per evitare il default.