Non profit. Ecco la piattaforma per unire enti e donatori
Mara Moioli e Giulia Frangione, fondatrici della piattaforma gratuita del Non profit
L’idea nasce per sopperire a una doppia carenza che si riscontra nel Non profit nazionale. Allo stato attuale, infatti, non esiste un registro unico consultabile che consenta confronti e analisi dei dati degli enti del settore, né si può contare su uno standard minimo di trasparenza e affidabilità per poter analizzare l’operato delle realtà di questo mondo.
Proprio con gli obiettivi di far incontrare enti e donatori e di rendere la torta delle offerte più ampia e "limpida" è stata lanciata la piattaforma online "Italia non Profit" (www.italianonprofit.it). La startup fondata da Mara Moioli e Giulia Frangione, rispettivamente di 32 e 30 anni, si promette di rivoluzionare il sistema filantropico in Italia ed è stata impostata sulla scia del successo di "Charity Navigator" e "GuiderStar Usa", due database che contano milioni di accessi e un’infinità di dati del mondo Non profit. Le giovani italiane spiegano chiaramente che lo scopo principale è proprio quello di “ridurre le asimmetrie informative esistenti tra gli enti non profit e i donatori sostenendo lo sviluppo e la diffusione della cultura del dono e della donazione consapevole nel nostro Paese”.
È stato impostato in modo molto semplice sia per chi vuole registrarsi, sia per le imprese e le persone fisiche desiderose di ottenere informazioni generiche o dettagliate su una determinata organizzazione. In questo modo si potrà fare una radiografia completa a fondazioni, associazioni, cooperative, consorzi e ogni altra realtà del Terzo settore, che mettono a disposizione bilanci, elenco dei donatori, progetti in corso, numero di volontari o dipendenti, organigramma e utilizzo delle risorse.
“L’iscrizione e la consultazione sono completamente gratuite”, informano Giulia e Mara. Al momento del lancio il canale ha già ottenuto l’adesione di circa 100 organizzazioni non profit distribuite per forma giuridica in fondazioni (21%), associazioni riconosciute (58%) e associazioni non riconosciute (21%) che hanno inserito i loro dati. “Noi effettuiamo un controllo per verificare la veridicità delle informazioni”, assicurano le due startupper. Anche le dimensioni economiche (totale proventi da attività tipica, da raccolta fondi e da attività promozionale) degli enti risultano molto eterogenee e si attestano intorno ai 4.000 euro per gli enti più piccoli, fino a raggiungere i 106.000.000 per gli enti più grandi. Una varietà di soggetti, insomma, che spiega come dai colossi fino alle realtà di dimensioni ridotte sono tutti "benvenuti". Si punta a raggiungere almeno 1.000 iscrizioni entro quest’anno in modo tale da orientare maggiormente il network sui potenziali donatori.
La pagina Web è il frutto di un lavoro di ricerca iniziato tre anni fa. “Abbiamo studiato quali sono le esigenze delle organizzazioni e quali dati sono in grado di rendere pubblici”. Nel frattempo, visto che non sono previsti proventi dalla piattaforma, Giulia e Mara hanno fondato "Open terzo settore", cioè un’altra startup a vocazione sociale e registrata come società benefit che realizza studi, analisi e report per chi richiede una consulenza. La riforma del Terzo Settore viene ritenuta una cornice utile e in grado di facilitare l’operato di Italia Non profit. “Siamo in attesa dei decreti attuativi – affermano Giulia e Mara – speriamo che arrivino al più presto per poter toccare con mano i benefici di questo provvedimento”.