L'allarme Corepla. Raccolta di imballaggi di plastica, la situazione è pesante
Balle di plastica pronte per il riciclo
Il Covid-19 con il blocco delle industrie inceppa la filiera della raccolta differenziata, col rischio di una sospensione dei servizi di raccolta e la saturazione degli stoccaggi sia di impianti di riciclo sia di termovalorizzatori. Saturazione che, come è prevedibile, è più facile che si verifichi nelle aree del sud del Paese, dal momento che sono dotate di un numero minore di impianti.
Il Corepla, insieme agli altri Consorzi del sistema Conai, lancia l'allarme, proponendo l'ampliamento delle strutture di stoccaggio, la creazione di nuove e l'incremento della capacità termica dei termovalorizzatori.
Una voce importante, quella di Corepla, nel nostro Paese, con 30 impianti di riciclo - che in questo momento sono in grande sofferenza - e 9,5 milioni di tonnellate di materiale recuperato e riciclato nel 2019. A tal punto che la percentuale di rifiuti di imballaggio che nel 2019 il nostro Paese ha avviato a riciclo è stata del 71,2%, mentre sono 60 i termovalorizzatori situati soprattutto nel Nord.
Dietro alla raccolta si nasconde una macchina complessa che fa bene all'ambiente e alle casse comunali, con una selezione meticolosa che grazie alla tecnologia opera sul prodotto anche in base al colore della plastica. A tal punto che si arriva a selezionare 15 tipologie di prodotto. Il problema ora è lo stoccaggio, ribadisce il presidente Antonello Ciotti, perché gli impianti di selezione hanno limiti di stoccaggio definiti dalle Regioni. Esiste, di fatto, un duplice problema in questo momento delicato, quello degli spazi e quello della normativa. Certo è che se le Regioni non permettono più spazi... "Possiamo procedere per 2-3 settimane a seconda delle zone - ci dice Ciotti -. Alcune Regioni (Emilia Romagna, Lombardia e Sicilia) al riguardo si sono già mosse, le altre sono ferme e, fortunatamente il ministro Costa ci supporta per far crescere lo stoccaggio. Se la situazione non viene modificata si deve incrementare il lavoro dei termovalorizzatori". Anche perché potrebbe profilarsi il rischio di uno stop nell'indifferenziata: "anche i termovalorizzatori sono limitati - spiega Ciotti - e noi chiediamo di utilizzarli sino alla saturazione termica. Ma anche questo limite è di competenza regionale". Insomma un altro ostacolo, anche se Piemonte e Lombardia sembrano disponibili all'intervento. Ormai le tempistiche sono al limite. Ed è un assurdo che si vada a bloccare un'industria virtuosa che esalta l'economia circolare. Un solo esempio, i cementifici. Nei forni si usano il carbon pet ed il carbon coke, scarti di produzione assai inquinanti. Usare la plastica riciclata sarebbe un modo per rendere il cementificio green. Invece si rischia di non raccoglierla nemmeno più.