WELFARE. Pensioni, riforma «incisiva» I sindacati: governo ci ascolti
Il governo annuncerà entro pochi giorni una riforma delle pensioni "incisiva ma equa", e un progetto per superare il dualismo tra i lavoratori più protetti e quelli privi di garanzie sul modello della flexicurity scandinava. Lo ha detto il ministro del Welfare Elsa Fornero durante la seduta pubblica del Consiglio dei ministri del lavoro europei in corso a Bruxelles."Sulle pensioni e la spesa pensionistica il governo ha in preparazione, e verosimilmente sarà annunciata entro pochi giorni, una riforma incisiva ma che rispetta il criterio dell'equità tra generazioni", ha detto la Fornero.Lunedì il Consiglio dei ministri approverà la nuova manovra di bilancio nella quale confluiranno anche le annunciate riforme strutturali tra cui anche quella in materia previdenziale."Abbiamo ben chiari i difetti del nostro mercato lavoro, il suo dualismo e i principi di flexicurity che dovrebbero ispirarne la riforma", ha aggiunto riferendo a grandi linee le strategie che il governo intende adottare per aumentare l'occupazione.La flexicurity prevede una maggiore libertà di licenziamento per motivi economici o organizzativi a fronte di un rafforzamento degli ammortizzatori sociali che garantisca in tempi brevi il ricollocamento del lavoratore. L'introduzione di tali meccanismi punta a garantire maggiormente i lavoratori più giovani che, avendo spesso contratti atipici, non possono usufruire delle tutele tradizionali."Combatteremo il lavoro sommerso e l'evasione fiscale. Non perderemo neppure un minuto per realizzare le riforme", ha concluso il ministro aggiungendo che il governo presieduto da Mario Monti darà piena attuazione alle manovre già varate dal precedente governo "completandole con manovre di rafforzamento".
PENSIONI, AL LAVORO PIÙ A LUNGO COME CHIEDE EUROPADiverse le ipotesi allo studio, alcune delle quali hanno già scatenato le ire dei sindacati. L'impostazione che pare assodata, anche se mancano dichiarazioni ufficiali, è quella del superamento delle pensioni di anzianità (come chiesto anche dall'Europa), e della introduzione del contributivo pro rata per tutti.Sul secondo punto l'idea, più volte esplicitata da Fornero prima di diventare ministro, è che anche coloro che rientrano nel sistema retributivo, si vedano calcolata la pensione dal 2012 e per gli anni che rimangono prima del ritiro, sulla base dei contributi versati, come avviene per i lavoratori assunti dal 1996 in poi.Quanto alla cancellazione di fatto delle pensioni di anzianità si parla, fra l'altro, di innalzamento già dal 2012 a 100 della quota di età e contributi versati necessaria per il ritiro (dalla attuale quota 96, con 61 anni di età e 35 di contributi).Altra possibilità contestata in particolare dalla Cgil e dall'Italia dei valori è quella di superare il tetto dei 40 anni di contributi come limite massimo per lasciare il lavoro. Si parla di innalzare il tetto fino a 41-43 anni.Per Susanna Camusso, 40 è il "numero magico" oltre il quale non si può andare, mentre l'Idv chiede che non si colpiscano i lavoratori che abbiano effettivamente versato 40 anni di contributi.Si pensa poi ad un innalzamento dell'età pensionabile con incentivi (per chi si ritira dai 65 anni in su) e disincentivi (per chi si ritira prima); possibile anche una anticipazione dell'aumento a 65 anni dell'età per la pensione di vecchiaia delle donne che lavorano nel privato rispetto all'attuale limite del 2026.L'intervento sicuramente più contestato, perché percepito come misura non equa che serve a fare cassa, sarebbe l'eventuale blocco per uno o due anni a partire dal 2012 dell'adeguamento degli assegni all'inflazione, fatte salve le pensioni minime, tanto più se si considera che quest'anno l'indice dei prezzi al consumo viaggia poco sotto il 3%. Secondo alcune stime pubblicate dai giornali la piena applicazione del blocco frutterebbe fino a 6 miliardi.La misura sarebbe peraltro recessiva perché andrebbe a colpire le pensioni medie, considerando che per quelle superiori a cinque volte il minimo Inps già la manovra varata a luglio dal precedente governo Berlusconi prevede una stretta sulle rivalutazioni.Raffaele Bonanni, leader della Cisl, ha stamani invitato il governo di Mario Monti a una convocazione ufficiale dei sindacati, al di là dei contatti informali.Probabile un aumento delle aliquote contributive degli autonomi, attualmente tra il 20% e il 21%, per allinearle o almeno avvicinarle a quelle dei dipendenti pari al 33%.Per ora l'unica misura annunciata è la cancellazione dei vitalizi per i parlamentari dalla prossima legislatura con la introduzione del metodo contributivo dal 2012.