Economia

CONTI PUBBLICI. Pensioni, stop alle rivalutazioni Insorgono opposizione e sindacati

sabato 2 luglio 2011
Una «norma socialmente ingiusta», una «patrimoniale sui poveri». Sindacati e opposizioni dicono no alle taglio delle rivalutazioni delle pensioni, provvedimento che colpisce cinque milioni di cittadini, compresi quelli che percepiscono le rendite più basse e i molti casi unica fonte di reddito regolare nelle famiglie. Alla stretta sulle pensioni, denuncia il Pd, si aggiungerà il peso di una serie di misure che ricadranno sugli anziani. Secondo Stefano Fassina, responsabile per il Pd di Economia e lavoro, «si colpiscono le pensioni da 1.400 euro cioè 1.000 euro netti» ma questa «è sola una delle norme. Poi c'è il ticket che pesa soprattutto sui pensionati visto che più di altri ricorrono al servizio sanitario nazionale. E ancora, l'aumento da 34 a 120 euro del bollo sui titoli a partire dai 1.000 euro investiti; anche qui parliamo di piccoli risparmiatori spesso anziani». Da ultimo «c'è il colpo pesantissimo e insostenibile a Comuni, Province e Regioni, con 10 miliardi di tagli che vanno ad aggiungersi ai 13 miliardi dello scorso anno. Tutti gli amministratori, anche quelli leghisti, hanno già annunciato che dovranno tagliare i servizi sociali e assistenziali».«La manovra Berlusconi-Tremonti candida chi dirige le amministrazioni territoriali, presidenti di regione, di province e sindaci a diventare esclusivamente dei curatori fallimentari» ha affermato il presidente di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola. «La manovra era partita con gli effetti speciali degli annunci, che riguardano sempre il futuro, mai il presente, degli tagli alla casta e alla politica. E poi quando uno osserva il contenuto vero capisce - guardando ad esempio l'incredibile vicenda del blocco delle pensioni - che si tratta della patrimoniale sui ceti medio bassi del nostro Paese. È la patrimoniale sui poveri. Nient'altro».«Lo stop alle rivalutazioni delle pensioni è una patrimoniale ai danni di 13 milioni di pensionati -commenta Felice Belisario, dell'Idv -. È un vero e proprio insulto colpire da un lato 13 milioni di pensionati, molti dei quali già stentano ad arrivare a fine mese e, dall'altro, pesare con il misurino del farmacista, dilatandoli nel tempo, i tagli dei costi della politica».Anche Italia Futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, ha bocciato la manovra e ha sollecitato l'opposizione a una sfida sulle riforme. «La manovra è quella che è», si legge in un post sul sito della fondazione firmato da Carlo Calenda, «il minimo sindacale, con alcune ridicole prese in giro sui costi della politica (dove si annunciano misure puramente simboliche) e una buona quantità di assegni post-datati: provvedimenti che avranno effetto solo dalla prossima legislatura e che rappresenteranno un alibi formidabile per chiunque governerà il paese dopo il 2013. Abbiamo forti dubbi che, nel medio periodo, questo risulterà sufficiente». «Ma per il momento e considerando la situazione della maggioranza, non era realistico aspettarsi qualcosa di più o di meglio». Il governo ed il Parlamento «devono correggere il provvedimento che blocca la rivalutazione delle pensioni». È questa richiesta del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni sul tema delle pensioni. Bonanni, che a caldo si era riservato un esame più approfondito delle misure della manovra, spiega: «La norma della manovra economica che riduce la rivalutazione delle pensioni per la fascia da tre a cinque volte il trattamento minimo, tenendo conto dell'inflazione, rende ancora più vulnerabili quei pensionati che negli ultimi quindici anni hanno già visto ridursi il potere di acquisto delle loro pensioni. Non solo ci aspettiamo subito un chiarimento dal Governo, ma il Parlamento, nel percorso di approvazione della manovra stessa, potrà correggere questa palese iniquità, individuando nella riduzione dei livelli amministrativi, negli sprechi e nei costi impropri della politica, la copertura necessaria per dare soluzione ad un provvedimento ingiusto e socialmente non sostenibile».«Una misura inaccettabile, inserita in una manovra che ancora una volta colpisce i soliti noti, che nonaffronta i temi della crescita e che picchia duro sui lavoratori e sui pensionati». Così il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, commenta la norma contenuta nella manovra che blocca la rivalutazione delle pensioni, annunciando che il sindacato «si opporrà con forza anche con la mobilitazione».LA PRECISAZIONE DELL'INPSNon c'è uno stop alla rivalutazione delle pensioni ma una revisione per fasce, per cui tutte le pensioni sono oggetto di rivalutazione, anche se in misura progressivamente inversa rispetto all'entità della pensione. È quanto puntualizza l'Inps, ricordando anche che la rivalutazione automatica delle pensioni è stata variamente modulata negli anni. Nel 1995 addirittura il governo Dini realizzò il blocco generalizzato per tutte le pensioni, anche per le più basse. Il Governo Prodi bloccò interamente la rivalutazione delle pensioni oltre cinque volte il minimo.