Economia

CONTI PUBBLICI. Passa la legge di stabilità Forze dell'ordine, meno tagli

Eugenio Fatigante sabato 15 ottobre 2011
Ancora una volta Giulio Tremonti la spunta. Nel giorno della fiducia ritrovata, il governo approva senza problemi la Legge di stabilità e il super-ministro dell’Economia porta a casa altri tagli alla macchina statale chiamata a dimagrire: in particolare ci sono 60 milioni in meno alle Forze dell’ordine, arriva la tassa di 10-15 euro sui concorsi per dirigenti pubblici (non vale però negli enti locali) e c’è una stretta sui buoni-pasto per i dipendenti della Pubblica amministrazione (vedi sotto). Scompare un miliardo di euro per l’edilizia sanitaria, quindi per gli ospedali, mentre si conferma che i maggiori incassi per l’asta sulle frequenze di telefonia 4G non andranno alle telecomunicazioni, ma saranno gestiti da Tremonti.La tensione del giorno prima con Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico, e la minaccia di Stefania Prestigiacomo di votare contro (ma per l’Ambiente arrivano 300 milioni): tutto magicamente si dissolve in una bolla di sapone. E si risolve alla fine in un sì all’unanimità, sul ddl stabilità così come sul nuovo testo del rendiconto generale per il 2010, "aggiornato" (ieri mattina aveva ricevuto il via libera pure dalla Corte dei Conti) per essere ripresentato dopo la bocciatura dell’art. 1 di martedì scorso che ha portato al nuovo voto di fiducia. Solo Ferruccio Fazio, il ministro della Salute, ha votato un sì "con riserva".La novità maggiore riguarda il settore della sicurezza: perde 60 milioni nel biennio, dei quali 10 nel 2012 e 50 nel 2013, divisi a metà fra Polizia e l’Arma dei Carabinieri. Pure i volontari dei vigili del fuoco devono rinunciare a 57,4 milioni. Il ministro Roberto Maroni tira comunque un sospiro di sollievo: i risparmi all’inizio erano oltre i 500 milioni. Si lamenta invece il sindacato Sap: «Chiederemo ai cittadini i soldi per le "volanti"». I tagli incidono pure sulla "carne" delle forze dell’ordine, visto che altri 2 milioni sono sottratti nello specifico alle spese di vitto per i Carabinieri e la Guardia di Finanza impegnati in servizio fuori sede. Non è esente la diplomazia: le spese di rappresentanza dovranno essere dimezzate.Resta alta la polemica delle opposizioni per gli 800 milioni tolti allo sviluppo della banda larga nelle telecomunicazioni, anche se il ministro Romani, che ha perso i soldi dell’asta per le frequenze, ha ottenuto almeno la garanzia che il piano dovrebbe essere attuato con fondi forniti dalla Cassa depositi e prestiti. La scure colpisce pure il fondo di garanzia per le Pmi, che riceverà fra 150 e 200 milioni (perdendone comunque altri 200), mentre 500 milioni vanno al fondo di coesione che garantisce investimenti già avviati. Nessun taglio lineare invece alla Cultura: infatti il ministro Giancarlo Galan si dice «soddisfatto». La scuola contribuisce con la scomparsa dei dirigenti scolastici negli istituti sotto i 300 alunni e con una riduzione del 15% ai distacchi sindacali.In compenso, il fondo del Tesoro viene rimpinguato per oltre 4 miliardi: sarà un successivo Dpcm a distribuire questi fondi tra una ventina di voci diverse. Quanto al miliardo e 600 milioni aggiuntivi dell’asta frequenze, 800 milioni andranno per l’ammortamento dei titoli di Stato e l’altra metà per una serie di voci (5 per mille, ospedale Bambin Gesù, autotrasporto, festa del 4 novembre, scuole e atenei non statali). E a stemperare gli attriti hanno contribuito di nuovo i pubblici riconoscimenti di Berlusconi al suo super-ministro (che non ha tenuto la conferenza stampa per volare al G20 di Parigi): «Tremonti è giustamente preoccupato di far quadrare il bilancio, ma grazie a lui abbiamo i conti in ordine»; e anche sul dl sviluppo «è attento a misure che non incidono sui conti». Caso risolto, infine, per l’ambiente: Tremonti ha scovato 300 milioni, mentre altri 500 milioni saranno sottratti al Fas per il Sud, nei prossimi anni, e investiti per il dissesto idrogeologico. Con i 300 recuperati, per il 2012 la Prestigiacomo può contare su 420 milioni, al netto di stipendi e voci insopprimibili. Si prosegue quindi con il piano che riguarda 57 siti d’interesse nazionale, aree cioè altamente inquinate sottoposte a bonifica.SANITA': SPARITO UN MILIONE DI EURO PER L'EDILIZIA OSPEDALIERANiente fondi per ristrutturare gli ospedali italiani. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha subito una prima sconfitta sul programma annunciato appena poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri. «Sto facendo una battaglia importante, e mi auguro di vincerla, nell’ambito del decreto per lo sviluppo, per introdurre fondi per l’edilizia sanitaria, che io credo siano fondamentali», aveva detto in mattinata durante una trasmissione Rai, commentando la situazione di alcune strutture ospedaliere, come il Policlinico Umberto I della capitale.Ma nelle tabelle per la Legge di stabilità, poche ore dopo, nel primo pomeriggio, un miliardo di euro per questa voce non compare più. Così come ci sono 20 milioni in meno per la ricerca nel servizio sanitario nazionale. Fazio legge gli atti, protesta facendo notare che questi fondi valgono anche per la manutenzione ordinaria, ma alla fine come tutti gli altri colleghi di governo vota favorevolmente, pur non perdendo l’occasione per chiedere che le risorse vengano ripristinate. E si accende la polemica. «Il ministro Fazio dovrebbe vergognarsi, è gravissimo che abbia dato il suo assenso al taglio dei fondi per l’edilizia sanitaria. Questo esecutivo elimina fondamentali risorse destinate a settori nevralgici, come quello della salute, facendo pagare ai cittadini il costo della crisi», afferma il responsabile sanità dell’Italia dei Valori, Antonio Palagiano, che si scaglia contro la «casta», pronta a lasciare «intatti i costi della politica, rimanendo attaccata alla poltrona, mentre toglie il sangue agli italiani». Rincara la dose Ignazio Marino, il senatore del Pd: «La strategia di questi nuovi tagli è precisa, vogliono distruggere la sanità pubblica. Sono allibito: il ministro della Salute ha ammesso proprio stamattina (ieri per chi legge, ndr) quanto la sanità italiana sia sottofinanziata e ha dichiarato di voler lottare per ottenere più fondi. Le sue battaglie, con questo voto favorevole, rimangono soltanto sulla carta».A parlare sullo stato degli ospedali sono i dati. A preoccupare è la loro vetusta età (il 60% ha più di 40 anni), le loro dimensioni, che sono fonte di diseconomie (il 50% ha meno dei 120 posti-letto che sono considerati il limite anche per legge), e la mancanza di sicurezza. Inoltre i normali tempi di costruzione sono troppo lunghi rispetto agli standard europei. In Italia sono oltre un centinaio i cantieri aperti per ristrutturazione, ampliamento o costruzione ex novo di strutture ospedaliere, in un panorama che vede un "parco-nosocomi" da svecchiare. Per il ministro, infatti, «avendo le possibilità, gli ospedali andrebbero tutti ricostruiti ex novo». Andrebbero, appunto.COMPENSI RIDOTTI PER IL LAVORO DEI CAFCompensi ridotti ai Caf, i Centri di assistenza fiscale ai quali il ministero dell’economia riconosce, per la compilazione e la trasmissione delle dichiarazioni dei redditi, compensi che secondo la legge di stabilità varata ieri, verrebbero tagliati per ricavare risorse circa 50 milioni di euro. In particolare, in base alle anticipazioni sul testo, sarebbe ridotto il compenso per i centri di assistenza finanziaria da 16 a 14 euro e visto che le dichiarazioni dei redditi sono circa 14 milioni, la riduzione di due euro porterebbe a un risparmio di circa 28 milioni. A questa misura se ne aggiungono altre. Per ogni dichiarazione inviata telematicamente dal Caf è riconosciuto un euro che verrebbe azzerato. Un’eliminazione da cui arriverebbero altri 14 milioni di euro. Quindi, sommando i due tagli, si otterrebbero circa 42 milioni. Ma altri risorse deriverebbero dalla riduzione del compenso relativo alle dichiarazioni congiunte per marito e moglie, con una riduzione da 32 a 26 euro per ognuna. Verrebbe anche congelato l’adeguamento Istat relativo al compenso. Secondo alcune stime il taglio totale supererebbe i 50 milioni di euro e corrisponderebbe al 25-30% del compenso totale. Secondo il presidente della Consulta dei Caf, Valeriano Canepari, se davvero ci sono tagli per un quarto o un terzo, «si mette in crisi un meccanismo che ha funzionato bene sia per i cittadini che per l’amministrazione straordinaria».