Economia

Summit. «Partner su colture e finanziamenti»: l’Africa chiede al G7 un futuro di equità

Paolo M. Alfieri giovedì 26 settembre 2024

Un futuro di equità, in cui trovare un giusto equilibrio nelle dinamiche di sviluppo tra Paesi ricchi e Sud del mondo. L’Africa arrivata a Siracusa, ospite della riunione del G7 agricoltura apertasi oggi con un forum tematico dedicato al continente nero, chiede ai sette Grandi di fare la loro parte nella lotta contro l’insicurezza alimentare e nella sfida costituita dall’adattamento al cambiamento climatico. «Un incontro come quello di oggi dà la possibilità di esprimere i propri bisogni – ha osservato Daniel Mwendah M'Mailutha, direttore generale di Kenaff, organizzazione agricola keniana –. Siamo qui per capire come intendono costruire un’agricoltura sostenibile, la resilienza per il settore agricolo e quindi un futuro di equità». Il Forum del G7, ospiti undici ministri africani, ha affrontato temi essenziali dello sviluppo agro-alimentare della regione, dalla situazione dei piccoli produttori al nodo dello sviluppo del mercato unico africano, dal sostegno dei Grandi per l’accesso a tecniche agricole innovative a quello della distribuzione di semi e fertilizzanti.

«Il cambiamento climatico, il Pil, le infrastrutture, sono tutti gravi problemi, così come la mancanza di meccanizzazione e la carenza di una buona gestione idrica», ha evidenziato Andrè Fry Kouamè, capo di gabinetto del ministero dell’Agricoltura della Costa d'Avorio. Da parte sua, il ministro dell’Agricoltura dell’Uganda, Bright Rwamirama, ha spiegato che il suo Paese «vuole stanziare risorse per la produttività, investendo per aumentare la produzione di colture ad alta resa. Il 30 per cento della popolazione dell'Uganda è sotto la soglia della povertà e vogliamo garantire microcrediti per le famiglie e gli agricoltori. Anche qui c'è bisogno di partnership, per quanto riguarda i macchinari». Per il ministro tunisino Ezzedine Ben Cheikh, «bisogna portare avanti e promuovere il capitale umano, avere politiche di inclusione, che possano includere le donne come anche i giovani. Chiediamo un aiuto ai Paesi del G7».

Si è affrontato inoltre il futuro della Dichiarazione di Malabo, il documento che nel 2014 aveva definito una serie di obiettivi decennali per lo sviluppo dell’agricoltura africana, obiettivi che in larga parte gli Stati del continente non sono riusciti a raggiungere. La produttività agricola africana è pari a 1,3 tonnellate per ettaro, circa il 60% in meno rispetto alla media mondiale: l’Africa possiede il 50% delle terre ancora non coltivate e il 27% di quelle arabili, ma nonostante questo enorme potenziale è costretta a importare 60 miliardi di dollari di cibo all’anno. Resta cruciale anche la questione dell’accesso al credito, visti i costi elevati dei finanziamenti che deprimono gli investimenti.

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha evidenziato che «l’Africa è una grande continente, ricco di potenzialità, di terre e di qualcosa che noi stiamo perdendo, i giovani». E ha quindi aggiunto: «L’Europa, attraverso la Sicilia, si integra con il continente africano. Noi dobbiamo cooperare per rispondere alle esigenze delle nazioni africane di crescere in termini di autosufficienza alimentare e di valorizzare le loro produzioni: attraverso questo si crea lavoro e ricchezza». Per il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, «l’Africa ha bisogno dell’Europa: che l'Italia faccia da ponte. Occorre valorizzare i piccoli agricoltori. In Africa una persona su cinque soffre la fame, in totale 300 milioni di individui 2023. E il numero aumenterà di 10 milioni entro il 2030. È importante sviluppare il piano degli investimenti, senza innovazione non si va avanti». Il segretario all’Agricoltura Usa, Thomas James Vilsack, ha ricordato che Washington ha avviato progetti agricoli per 1,2 miliardi di dollari in Africa e altri interventi sono già in programma.

Le crisi globali stanno provocando un arretramento nell’ambito della sicurezza alimentare, tanto che un quinto della popolazione africana oggi soffre la fame. A Siracusa, accanto al Forum del G7, importante è stato anche il confronto su buone pratiche nell’ambito di una riunione delle organizzazioni agricole della World Farmers Organisation. Coldiretti ha ribadito l’importanza di «mercati aperti e di accordi commerciali basati sul principio di reciprocità».

Domani è prevista l’adozione di un documento congiunto, che sottolineerà l'impegno condiviso dei membri del G7 a promuovere lo sviluppo di comunità agricole resilienti, di una solida sicurezza alimentare e di sistemi alimentari sostenibili in tutto il mondo.