Nello scorso mese di giugno, sono state aperte 39.353 nuove Partite Iva; in confronto al corrispondente mese dell'anno precedente, si registra una leggera flessione (-3,8%). È quanto rileva il Mef (Ministero dell'Economia e delle Finanze)nell'Osservatorio sulle Partite Iva.La distribuzione per natura giuridica evidenzia che la quota relativa alle persone fisiche nelle aperture di Partita Iva si attesta al 74% circa, le società di capitali sono pari al 19,2%. Rispetto al mese di giugno 2012, sono solo queste ultime a mostrare un aumento di aperture (+7,4%), mentre si segnala un ulteriore forte calo relativo alle società di persone (-22,8%). Relativamente alla ripartizione territoriale delle aperture, il Mef rileva che il 42,1% di esse è avvenuto al Nord, il 23,2% al Centro e il 34,6% al Sud e Isole; il confronto con giugno dello scorso anno mostra una prevalenza di flessioni e le variazioni più significative sono avvenute in Basilicata (+13,4%), Umbria (-15,8%) e Sicilia (-11,4%) ma anche Piemonte e Campania registrano apprezzabili cali.La classificazione per settore produttivo conferma che il commercio registra sempre il maggior numero di aperture di Partite Iva: oltre il 24% del totale, seguito da attività professionali (12,9%) ed edilizio (9,7%). Rispetto al corrispondente mese del 2012, tra i settori principali è degno di nota il forte aumento (+50%) delle attività finanziarie/assicurative; apprezzabile incremento anche per il settore sanitario (+8,4%), mentre le flessioni più rilevanti riguardano l'edilizio, i trasporti, attività professionali, istruzione e attività artistiche, tutte comprese tra il 6 e il 10%. Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è sempre stabile, con i maschi cui appartiene il 63,6% di aperture di partite Iva. Circa la metà delle aperture è dovuta a giovani fino a 35 anni e un terzo alla classe 36-50 anni. Rispetto al giugno del 2012 solo la classe oltre i 65 anni segna un leggero aumento. Nel mese di giugno, infine, 8.806 persone fisiche (pari al 22% del totale delle nuove aperture) hanno aderito al regime fiscale di vantaggio riservato ai giovani sotto i 35 anni, ai disoccupati e ai lavoratori in mobilità, che per cinque anni limita l'imposta dovuta al 5% degli utili dichiarati, esonerando da Iva e Irap.