Economia

Economia. Padoan: Pil forse negativo nel 2014

martedì 16 settembre 2014
L'economia italiana potrebbe chiudere il 2014 ancora con il segno negativo, dice il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Parlando durante la registrazione di Porta a porta su Rai Uno, l'ex capoeconomista dell'Ocse dice che il calo dei tassi assicura al governo minori interessi sul debito "pari a circa 5 miliardi quest'anno". "Sono tre anni che abbiamo numeri negativi. Quest'anno può darsi che avremo ancora un numero negativo ma più piccolo di altri anni", ha detto il ministro aggiungendo che il Pil "risalirà già dall'anno prossimo e in misura crescente negli anni successivi". Nell'assicurare che l'Italia intende rispettare il Patto di stabilità e crescita, Padoan allude a un nuovo rinvio del pareggio di bilancio: "Forse si potrà discutere [con l'Europa] la velocità dell'aggiustamento, non la direzione dell'aggiustamento". "Il mio impegno è convincere l'Europa che stiamo facendo politiche credibili". Il ministro smentisce che il governo voglia aumentare le aliquote Iva più basse così come pressioni della Commissione europea in tal senso. Padoan conferma che la legge di Stabilità avrà un valore di circa 20 miliardi ma precisa che le risorse "non arriveranno solo dalla spending review": "Le risorse verranno in gran parte da tagli spesa ma anche da azioni di efficienza dal lato delle entrate", ha detto Padoan citando in particolare i proventi della lotta all'evasione. "Ci saranno ritorni importanti anche dall'abbattimento degli interessi sul debito, che su questo anno dovrebbero essere attorno ai 5 miliardi". L'azione del governo in questa fase è concentrata soprattutto sul disegno di legge delega in materia di lavoro. Secondo Padoan, l'articolo 18 "riguarda pochissime persone, però è l'elemento che, tradotto in termini di percezione all'estero, significa che assumere e riallocare persone è più difficile in Italia che all'estero". "La riforma del lavoro è una priorità, è non solo simbolica ma anche importante. L'idea è di avere un solo contratto, magari due forme contrattuali, poi legare le retribuzioni alla produttività e riformare gli ammortizzatori sociali". Garantire l'attuazione di questi tre assi portanti della delega, dice Padoan, rende l'articolo 18 "un non problema".