Finanza internazionale. Oxfam: paradisi fiscali presenti anche nella Ue
L'ultima offensiva dell'Unione europea per dare una stretta all'elusione delle tasse su larga scala rischia di partorire un topolino. È l'allarme lanciato da Oxfam a pochi giorni dal consiglio dei ministri delle Finanze Ue (Ecofin) del 5 dicembre, che punta a una lista più ambiziosa di quella dell'Ocse (limitata a Trinidad e Tobago) e per questo ha messo sotto esame 92 Paesi. Dimenticando però - sottolinea però l'organizzazione - di fare un esame con gli stessi identici criteri ai suoi stessi Paesi membri.
È quello che ha fatto Oxfam, trovando che, ad un esame obiettivo, finirebbero nelle maglie della blacklist europea ben quattro stati membri Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Malta. E che per essere ambiziosa, la lista nera dovrebbe colpire almeno 35 Paesi extra-Ue. Insomma dall'Ecofin - fra forti pressioni politiche interne ed esterne e compromessi - rischia di uscire una blacklist "sfumata di grigio", "annacquata e poco attendibile". La presidenza Ue, attualmente appannaggio di Malta addirittura si è pubblicamente espressa a favore di una lista nera europea vuota, mentre la Svizzera, "uno dei paesi sotto esame, ha dichiarato senza mezzi termini di aspettarsi di non essere inserita in lista". Il tutto mentre i profitti registrati nei paradisi fiscali - secondo Oxfam - sono "totalmente disallineati" rispetto alla reale attività economica che vi viene condotta.
Dei 92 Paesi messi sotto osservazione dall'Ue, poco meno di una quarantina hanno ricevuto lettere in cui si chiede l'impegno
a rispettare i criteri fissati dall'Europa: non offrire misure o accordi fiscali preferenziali che possano permettere alle imprese di muovere i propri profitti per evitare di pagare le tasse; trasparenza (scambio automatico di informazioni); e rispetto degli standard fissati dall'Ocse. A finire nella lista nera saranno solo quei Paesi che non si sono neppure impegnati ad invertire la rotta.
Per Oxfam, è un compromesso al ribasso. "La nostra simulazione mostra come dovrebbe presentarsi la blacklist europea se l'Ue applicasse i propri criteri senza farsi condizionare da pressioni politiche di parte - ha dichiarato Aurore Chardonnet, policy advisor di Oxfam sui dossier di giustizia fiscale -. Il processo ufficiale di blacklisting avviene però nella più totale segretezza, lasciando i cittadini all'oscuro di tutto e permettendo ai paesi-paradisi di sfruttare il proprio potere d'influenza politica ed economica. Il rischio
è quello di ritrovarsi ad avere a che fare con un documento tanto vuoto, quanto inutile ai fini della risoluzione di un problema così grave".