L'Italia è un Paese che punta sugli uomini: mansioni dirigenziali, rappresentanza politica, migliore trattamento economico, lavorativo e sociale. Ruolo ancora marginale invece per le donne: gli italiani sono concordi nel ritenere che la discriminazione di genere sia un fenomeno che c'è e pesa. Sono questi i dati emersi dall'indagine conoscitiva condotta da Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e Codacons nell'ambito del progetto
Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.Quasi la totalità degli intervistati ritiene che siano gli uomini a occupare ruoli di rilevanza all'interno di enti, aziende, associazioni e circa un intervistato su tre ritiene le donne siano poco rappresentate nella sfera politica e istituzionale.La percentuale si alza per la percezione della discriminazione di genere in ambito lavorativo, economico e sociale fino a raggiungere l'80% della popolazione. Da un punto di vista lavorativo infatti la differenza occupazionale riguarda ben dieci punti percentuali tra uomini e donne, con picchi maggiori al Sud. L'analisi congiunta per sesso e fasce d'età suggerisce che la duplice condizione di donna in giovane età è penalizzante per l'accesso nel mondo del lavoro. In particolare, sono quattro gli aspetti su cui si è concentrata l'indagine: accesso al mondo del lavoro, possibilità di carriera, differenziale salariale e livello contrattuale a parità di mansione e titolo di studio.