Si dimostra positivo in Italia il settore dell'Industria 4.0 tanto che il mercato della Smart Manufacturing nazionale vale già 1,2 miliardi di euro, quasi il 10% del totale degli investimenti complessivi dell'industria nel 2015. E per il 2016 è prevista una crescita del 20%. A trainare sono soprattutto le grandi aziende di macchinari e l'automotive mentre sono arrivate a oltre 600 le applicazioni censite in Italia, pari ad una crescita del 30% in un anno, soprattutto per le tecnologie di Industrial Iot e Industrial Analytics.Il passo in avanti dell'innovazione industriale nel nostro Paese emerge dalla ricerca dell'Osservatorio Smart Manufacturing della School of Management del Politecnico di Milano. "Considerando l'innovatività del paradigma, l’immaturità di alcune tecnologie e la complessità di implementazione, oltre alla crisi economica degli ultimi anni, il quadro italiano dello Smart Manufacturing è da leggere in chiave positiva - afferma
Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'Osservatorio Smart Manufacturing -. Per accelerare la crescita però è necessario innanzitutto uscire dalla fase sperimentale che caratterizza la maggior parte dei progetti per passare all’applicazione diffusa ed estendere i progetti anche a settori oggi meno attivi come l'alimentare, il legno-arredamento, la moda e soprattutto alle imprese medio-piccole, cuore pulsante del tessuto industriale italiano". Per il 2016 il tasso di crescita previsto del 20% è "buono ma insufficiente -osservano gli esperti- a recuperare anni di ritardo rispetto alle più mature esperienze internazionali, dove sono nati piani di azione di sviluppo nazionale".Così, nonostante il 38% delle industrie italiane dichiari di non conoscere i temi dello Smart Manufacturing e sebbene il tessuto imprenditoriale sia costituto da realtà di piccole dimensioni "con una scarsa maturità di soluzioni informatiche", dalla ricerca il quadro dell'Industry 4.0 nel nostro Paese emerge "sostanzialmente positivo". Quasi un terzo delle imprese, riferisce l'Osservatorio del Polimi, ha già avviato tre o più progetti utilizzando tecnologie digitali innovative come l'Industrial Internet of Things, l'Industrial Analytics, il Cloud Manufacturing, l'Advanced Automation, l'Advanced Human Machine Interface o l'Additive Manufacturing.Il mercato italiano dello Smart Manufacturing è costituito in maggioranza da applicazioni tecnologiche di Internet of Things per l'industria (il 66% del valore), in cui i progetti sono ancora principalmente in una fase pilota. Nella Industry 4.0 appaiono però forti differenze per settore: nell'industria automotive, nell'alimentare e nei macchinari chi non ne ha mai sentito parlare è limitato al 30%, in altri settori supera anche il 50%. La ricerca dell'Osservatorio è stata svolta su 307 imprese italiane in 9 settori rilevanti per il tessuto manifatturiero, ha censito nel complesso circa 600 applicazioni di Smart Manufacturing Technologies in Italia nel 2016, riportando "in realtà un quadro di forte vitalità".Se guardiamo allo scenario internazionale, oltre ad una crescita generale per tutte le tecnologie, nell'area dell'It, rileva l'Osservatorio, la crescita più significativa emerge nelle applicazioni di Industrial Internet of Things, +46%, che traina anche progetti di Industrial Analytics e Cloud; nell’area delle tecnologie operative, conosce un boom l'Advanced Automation che registra un +169% in particolare grazie al forte interesse sui 'collaborative robot', ma è molto vitale anche l'Additive Manufacturing, specie in alcune nicchie applicative, come aeronautica, difesa e medicale, mentre è ancora in fase di sperimentazione in altri comparti.“Politiche industriali in grado di valorizzare innovazione, internazionalizzazione, apertura: elementi su cui oggi si gioca la partita della competitività”. Sforzo delle istituzioni “per creare le condizioni affinché le imprese possano lavorare, sperimentare e svilupparsi” e, al contempo, quello delle imprese “per ricalibrare il business aprendosi al mercato globale e innalzando la propria competitività”. Sono questi, per la viceministro allo Sviluppo economico,
Teresa Bellanova, gli elementi affinché il tessuto produttivo faccia dell’innovazione la leva per competere a livello mondiale. “In tal senso – ha detto la viceministro - è particolarmente positiva l’iniziativa messa in campo dal Ceritt - Centro di Ricerca sull’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico – ed Enr”, l’Ente Nazionale di Ricerca e promozione per la standardizzazione. “La realizzazione di uno standard sull'innovazione consente di avvalersi di una metodologia di analisi e di valutazione dei sistemi e dei processi innovativi che può contribuire in modo sostanziale a migliorare il dialogo e la collaborazione tra il sistema delle imprese, il mondo della ricerca, il sistema creditizio e la Pubblica Amministrazione” perché, ha aggiunto, “è fondamentale che si crei un circuito virtuoso tra queste realtà. È l’Industria 4.0”."Oggi le imprese hanno a disposizione una serie di strumenti per innovare: il Credito d’Imposta R&S, il Patent Box, la legge Sabatini, il Super Ammortamento - ha aggiunto Bellanova -. Il governo proseguirà su questa strada e, al contempo, si concentrerà nello sviluppo di un sistema di infrastrutture di connessione avanzato, reti a banda ultra larga e reti satellitari, per un Paese interamente connesso, moderno, affacciato sul mondo". "Se, chi verrà dopo di me – ha concluso il viceministro - passerà meno tempo in questo ministero ad affrontare crisi aziendali, con i loro drammi umani, economici e produttivi, allora vorrà dire che avremo vinto: perché potremo dire di aver portato vera innovazione nel tessuto imprenditoriale del Paese".