Terzo Settore. Le imprese sociali crescono, ma non innovano
Paola Scarsimartedì 11 luglio 2017
Il 42% delle imprese sociali dichiara di aver incrementato il proprio volume di attività con una crescita dell'8,4 % rispetto al 2016 e e il 41,5% prevede di chiudere in crescita anche il 2017; il 39% prevede un incremento delle risorse inserite all'interno dell'organizzazione (+11,4% rispetto al 2016) questi alcuni dei dati dell'Osservatorio Isnet sull'Impresa sociale la cui 11a edizione è stata presentata questa mattina alla Camera dei Deputati.Si tratta di "dati incoraggianti" come li ha definiti Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro, ai quali non si accompagna un'altrettanto positiva spinta in termini di innovazione. Ben il 70% delle realtà intervistate non ha raggiunto obiettivi di innovazione e quasi l'85% lo motiva conla mancanza di soldi; malgrado ciò le nuove modalità di capitalizzazione previste dalla Riforma del Terzo Settore (crowdfunding, social lending, social bond ecc) sono un universo inesplorato per la maggioranza di esse.A fronte di un risicato 1% che conosce tali strumenti e li ha attivati si pone un 65% che non li conosce affatto e solo un 3% ne ha sentito parlare e vorrebbe approfondirli. L'8% afferma di essere contrario a tali forme di capitalizzazione per timore di perdere la governance.Un altro ambito semi sconosciuto è quello deIl'impatto sociale e dei suoi sistemi di valutazione per i quali solo il 5% dichiara di aver già identificato una soluzione: Su questo tema, sulla dinamicità e le nuove modalità di capitalizzazione è stato realizzato in partnership con Banca Etica il focus “Strumenti per lo sviluppo delle imprese sociali". "Una impresa sociale su cinque presenta forte attitudine al cambiamento e allo sviluppo - ha commentato Laura Bongiovanni presidente dell Associazione Isnet e responsabile dell Osservatorio - potenzialità da valorizzare che, se sostenuta con processi di accompagnamento e trasferimento di buone pratiche, può aumentare la capacità di cogliere novità e opportunità introdotte dalla Riforma; l'alibi dell'eccesso di operatività, della mancanza di tempo va abbandonato per nuovo protagonismo". "Le imprese sociali hanno una grande sfida da affrontare: cogliere le opportunità che vengono dalle nuove norme e dalle inedite attenzioni della finanza mainstream senza perdere la propria identità riaffermando il proprio ruolo di agenti della trasformazione sociale e non attori subalterni di un welfare privatizzato. Banca Etica si pone quale loro partner ideale attraverso la costruzione di un impianto di finanza low profit" ha aggiunto il direttore generale di Banca Etica, Alessandro Messina. Bobba ha auspicato che "l'impatto sociale diventi una cultura diffusa e non solo un obbligo" e ha sottolineato che "l'Osservatorio Isnet rappresenta un momento in cui norme e realtà si incontrano ed è importante proseguire e perseguire questo dialogo che esso favorisce". Il sottosegretario ha anche anticipato che entro fine luglio dovrebbe essere esteso anche alle imprese sociali il fondo di garanzia per l'accesso al credito agevolato già previsto per le piccole e medie imprese.Giuseppe Guerini, portavoce Alleanza Cooperative italiane ha auspicato che "anzichè la Silicon Valley si crei in Italia la Social Economy Valley". Il deputatoEdoardo Patriarca, Presidente del Cnv ha sottolineato che "Il terzo settore nelle sue diverse forme organizzative rappresenta l'avventura di dare senso alla dimensione relazionale anche avviando percorsi di contaminazione con il mondo dell'impresa profit".