Osservatorio Saie. Aumenta la fiducia della filiera edile
Il settore edile si aspetta un 2021 in ripresa
Dopo un anno complesso, che aveva determinato un calo delle performance di otto aziende su dieci, diversi settori della filiera edile proseguono lungo la strada della ripartenza e guardano ai prossimi mesi con grande fiducia. Dall’Osservatorio Saie, realizzato da Senaf su un campione di aziende di produzione, distribuzione e servizi per il settore delle costruzioni in occasione di Saie Bari (dal 7 al 9 ottobre 2021 presso la Nuova Fiera del Levante), emerge un comparto che nutre forti aspettative per il futuro, tendenzialmente soddisfatto del presente e con le idee chiare sulle criticità e sulle soluzioni da adottare. Tra queste, una spinta potrebbe arrivare dagli incentivi, come il Bonus ristrutturazione e l’Ecobonus, che già rappresentano una certezza, e dal Superbonus 110%, i cui effetti iniziano a vedersi.
Aspettative sul fatturato. Il dato lascia ben sperare: due aziende su tre (66%) sono sicure di chiudere il 2021 con una crescita. Tra questi sono molti (il 32% del totale) a prevedere un aumento del giro d’affari compreso tra il +5% e il +25%. Solo un’azienda su dieci circa (12%) crede che il proprio fatturato subirà un calo, mentre per il 22% rimarrà stabile. Ma come sono andate le cose nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2020? Anche stavolta i numeri sono positivi: per il 57% delle imprese i ricavi sono aumentati, per il 24% sono rimasti stabili e per il 19% sono diminuiti. È il segno di una filiera in ripresa, che prova a mettersi alle spalle le difficoltà del 2020. Basti pensare che la precedente edizione dell’Osservatorio Saie, aveva registrato un crollo del giro d’affari per il 61% delle aziende rispetto allo stesso periodo del 2019. Inoltre, a conferma della fiducia delle imprese ci sono le aspettative sull’andamento generale del mercato per i prossimi tre anni: ben l’86% prevede una crescita del settore. Alla stessa domanda, nel 2020, aveva risposto così solo il 56%. Aumentano rispetto allo scorso anno, seppur di poco, anche le aziende che prevedono di assumere nuove figure nel prossimo trimestre (55% contro il 53% del 2020).
Un altro segnale importante arriva dalla soddisfazione sull’andamento complessivo della propria azienda. Il 66% degli intervistati si dice soddisfatto, il 31% lo è mediamente, mentre solo il 3% non lo è affatto. Quasi nove aziende su dieci (86%) ritengono, inoltre, di avere un portafoglio ordini adeguato a sostenere finanziariamente l’impresa (contro il 74% del 2020). Ma quali sono i fattori critici che frenano il settore? In cima c’è sempre la burocrazia/tempi giudiziari in caso di controversia (elemento “abbastanza” o “molto critico” per il 75% del campione), l’incertezza normativa (56%), gli aspetti fiscali (48%), e il costo della forza lavoro (32%). Non a caso, per rilanciare il settore, le imprese guardano soprattutto alla riforma della burocrazia/sburocratizzazione (66%), agli incentivi governativi (54%), allo sblocco dei cantieri (50%), all’abbassamento del cuneo fiscale (33%) e a un piano di investimenti per l’edilizia pubblica (18%). Proprio il rapporto con la Pubblica amministrazione presenta alcuni aspetti critici: innanzitutto l’iter burocratico (ritenuto “abbastanza” o “molto critico” dal 59%), seguito dall’accesso ai bandi (42%) e dagli investimenti pubblici (32%).
Gli incentivi meritano un capitolo a parte: il più utile secondo le imprese è il Bonus ristrutturazione (giudicato positivamente dal 63%), seguito dall’Ecobonus (62%), dal Superbonus 110% (59%) e dal Sismabonus (56%). Che peso potrebbe avere il Superbonus 110% sul fatturato 2021? Le aspettative sono: “meno del 10%” per il 57% del campione, “tra il 10% e il 25%” per il 38%, “tra il 25% e il 50%” per il 4% e “oltre il 50%” per il 2%. Cosa disinnesca il potenziale del Superbonus 110% nella visione delle imprese? Soprattutto alcuni aspetti: l’iter burocratico, che non soddisfa il 77% degli intervistati, la chiarezza della norma (55%), la scadenza del bonus prevista a giugno 2022 (53%) e i requisiti di accesso (48%). Quindi cosa manca alla norma per produrre tutti gli effetti positivi? Per il 49% occorre ridurre la burocrazia/documentazione richiesta, per il 38% maggiore chiarezza/trasparenza, per il 26% prolungare la durata temporale del bonus, per il 19% dovrebbe avere vincoli meno restrittivi per l’accesso, per il 14% bisogna allargarlo ad altri tipi di interventi.
Tra le tendenze più importanti del costruire ci sono poi sicuramente l’attenzione alla sostenibilità e la digitalizzazione. L’aspetto su cui gli imprenditori stanno investendo maggiormente è l’attenzione all’inquinamento e all’impatto ambientale (54%), seguito dall’ecosostenibilità dei prodotti (44%) e dalla riduzione dei consumi (43%). Sono tante, inoltre, le imprese che ritengono di aver intrapreso un percorso di trasformazione digitale negli ultimi anni, specialmente quelle più grandi. Lo hanno fatto “molto o abbastanza” quasi otto aziende su dieci (78%) tra quelle con un organico “superiore a 250 addetti”, il 75% delle aziende con un numero di dipendenti “compreso tra 50 e 249” e il 37% sia di quelle che contano “da dieci a 49 addetti” che “fino a nove addetti”. Il 61% delle imprese prevede poi di investire in ricerca e innovazione “meno del 10%” del fatturato, il 18% “tra 11% e 20%”, il 3% “tra 21% e 30%”, il 2% “oltre il 30%”, con un 16% che non prevede alcun investimento. Trasformazione digitale ed innovazione nell’edilizia fanno rima con Bim (Building Information Modeling). Come lo giudicano le imprese? Il 34% lo conosce e lo ritiene molto utile, il 30% lo conosce ma ancora non l’ha implementato, mentre il 36% non lo conosce.
Vocazione alle esportazioni. A esportare sono il 54% delle aziende – principalmente nel resto dell’Unione Europea (68%), in Paesi europei extra Ue (22%), in Medio Oriente (12%), Asia e Nord America (entrambe 10%) - con il 6% che fattura all’estero oltre il 70% dei propri ricavi.
«La filiera edile ha risposto con coraggio alle difficoltà dovute all’emergenza sanitaria ed economica – ha commentato Michele Ottomanelli, direttore tecnico di Saie. Ora le imprese guardano avanti e vogliono consolidare la ripresa. Sono tanti gli interventi che potrebbero aiutare il settore, tra tutti sicuramente spiccano lo snellimento delle procedure relative agli appalti e la stabilizzazione delle misure di incentivo relative alla riqualificazione del patrimonio immobiliare del Paese. Inoltre, il comparto sta affrontando le trasformazioni dovute al Covid-19, che ha evidenziato la necessità di ripensare alla qualità e alla flessibilità degli spazi domestici e delle aree comuni dei fabbricati, aprendo un dibattito di grande interesse. Il tema della sostenibilità ambientale, in particolare, deve entrare a far parte nel Dna della intera filiera delle costruzioni, che inizia a vedere anche l'innovazione digitale come un’opportunità per aumentare la qualità e il controllo di tutte le fasi, dalla progettazione al cantiere, alla gestione manutentiva degli immobili. In questo scenario, Saie rappresenta il contesto nel quale l'intera filiera delle costruzioni si riconosce: un luogo di incontro e confronto istituzionale, tecnico e commerciale insostituibile, che mostra le grandi capacità del settore, interpretandone ed evidenziandone le spinte innovative».